Ricostruzione: la riforma lillipuziana


Barisciano – Scrive Walter Salvatore: “La mini riforma messa a punto dal sottosegretario alla ricostruzione De Micheli si risolve in un accentramento di istruttori all’interno di un unico ufficio e questo, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe garantire univocità d’indirizzo, allineamento delle procedure, uso flessibile delle risorse e meglio identificabili responsabilità.

Stabilire le priorità della ricostruzione nei singoli comuni resta di competenza dei sindaci e nessuna variazione interviene sul modello delle aree omogenee oppure sul tavolo di coordinamento che fino ad oggi, a dire il vero, non è che abbia brillato o costituito un qualsivoglia valore aggiunto.

E’ inoltre prevista la possibilità di istituire una commissione di verifica e consulta settimanale nonché l’istituzione di presidi sul territorio per agevolare la consegna delle pratiche e fornire assistenza.

A Fossa, invece, presso l’USRC, si accorpano le tante “teste” ora sparse per ogni dove andando a concretizzare un mega Front Office e ciò, evidentemente, non può che favorire un’accelerazione della ricostruzione.

Dov’è dunque lo “spresidio” o lo “scippo” di poteri di cui tanto si lagnano alcuni sindaci ?

Questa riforma, purtroppo minimale, toglie potere solo a quei pochi sindaci a cui fino ad oggi è stato permesso di considerare il vicino UTR, anche grazie alla facoltà loro concessa di farlo dirigere da un proprio sodale, quale prolungamento del “feudo” di loro esclusivo dominio.

Al Sottosegretario va quindi spiegato quali sono i “veri” poteri sottratti a cui i sindaci si riferiscono. Poteri il più delle volte illeciti che sin dall’inizio si doveva avere cura di censurare.

Per il resto, all’USRC, e quindi al ns. Paolo Esposito, rimane intatta la difficoltà di uniformare le divaricanti interpretazioni applicate troppo spesso dai diversi UTR e, al loro interno, dai singoli istruttori, data l’assenza di un organismo autorevole e competente da cui far discendere direttive inequivocabili che, manlevando il tecnico da ogni responsabilità interpretativa, gli consentono al contempo di “obbedire” con la dovuta serenità alle procedure pre-impostate.

Anche la pessima abitudine di cambiare le regole in corso d’opera (dal 2014 ad oggi la MIC è stata modificata 10 volte) andrebbe censurata dato che, a parità di progetto, a seconda del momento in cui viene istruito e delle regole vigenti, sono stati concessi ben 10 differenti contributi..

Alla faccia dell’equità! E su questo punto, come per tutti gli altri che operano in danno dei terremotati, non un sindaco ha avuto parole da spendere.


26 Novembre 2017

Categoria : Dai Lettori
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