29 morti, aspettiamo il seguito


29 morti di Rigopiano, 23 indagati. C’è chi ne vorrebbe di più, ed eccellenti.
Considerati i tempi della giustizia e le enormi difficoltà del caso, anche dal punto di vista emozionale, l’iter dal 18 gennaio ad oggi puà considerarsi rapido.Ma forse è presto per esprimersi, sia da soddisfatti che da delusi. L’inchiesta è agli inizi. I 23 sono indagati, mica in un’aula di tribunale. E se lo fossero, non ci sarebbe ancora una sentenza. In caso ci fosse, non sarebbe definitiva, ma appellabile, e i le magie degli avvocati dove le mattiamo?
Tenendosi bassi, prima di una sentenza ci vorranno anni. E poi, di quale sentenza?
Qui sotto accusa sono istituzioni, autorità, governo, politica, paurose carenze a tutti i velli. Quasi un processo all’Italia scoraggiante, sbruffona, malconcia e sderenata che tutti conosciamo. Ma soprattutto, ad un’Italia che oggi è patria non del diritto, ma delle prescrizioni. Ma speriamo.

PENSIERINO – Vecchio amico, diceva spesso: “Non mi interessa più il domani. Il mio, naturalmente”. Aveva ragione e preveggenza. Non lo ha avuto. Solo ieri e oggi, per lui. Un oggi che è già ieri.
E



23 Novembre 2017

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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