Rigopiano: carenze in condotte 5 indagati Provincia
Pescara – “Nessuno dei suddetti amministratori, funzionari e tecnici della Provincia adottava le condotte dovute affinche’, nell’ambito delle procedure del piano di reperibilita’, si attivasse la fase di attenzione e, a seguire, di preallarme e infine di allarme”. E’ uno dei passaggi centrali dell’accusa a carico di Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco, dirigente del settore Viabilita’ referente di Protezione civile della Provincia, Mauro Di Blasio, responsabile servizio Viabilita’, Giulio Honorati, comandante della Polizia provinciale di Pescara e Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il piano di reperibilita’ provinciale. I cinque sono tra i 23 indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Pescara sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola. Il procuratore capo Massimiliano Serpi e il sostituto Andrea Papalia focalizzano l’attenzione sul loro operato a partire dal 15 gennaio 2017 e puntano il dito contro la mancata attivazione della sala operativa di Protezione civile e la ricognizione dei mezzi spazzaneve in dotazione alla Provincia con la chiusura al traffico del tratto della strada provinciale 8 dal bivio Mirri fino a Rigopiano. Pertanto, i cinque con “condotte connotate da negligenza, imperizia, imprudenza e violazione di norme di legge, regolamenti, ordini o discipline, concorrevano – si legge nell’avviso di garanzia – nel cagionare la morte di 29 persone e le lesioni personali, anche ad altre nove persone presenti all’interno dell’Hotel”.
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