G8, arrivate carte Firenze – Chiodi: “Non ne posso più” – Dimenticate certe forniture d’oro…
L’Aquila – Sono nelle mani del procuratore Rossini, sicuramente al sicuro e ben blindate e protette (non si sa mai…) le carte dell’inchiesta sulla corruzione nel G8 alla Maddalena. Arrivate questa mattina. Ora Rossini dovrà leggerle e ci vorrà del tempo. L’inchiesta potrebbe riguardare anche L’Aquila, e gli appalti d’oro avrebbero potuto anche estendersi come ramificazioni malefiche dalle nostre parti. Quando di mezzo c’è il denaro, tanto denaro, le verginità e i sussulti di onestà sono a forte rischio. Sicuramente Rossini ha motivi validi per voler accertare, e sicuramente nell’inchiesta di Firenze esistono riferimenti che riguardano L’Aquila, visto che le carte sono state trovate e spedite. Se non ce ne fossero state, non sarebbe arrivato nulla.
Intanto l’eco nefasta delle spese d’oro per il G8 (aquilano), messa in luce (come avevano annunciato nei giorni scorsi) dal settimanale L’Espresso ha già provocato contraccolpi, peraltro prevedibili, e ad andarci di mezzo è il presidente Chiodi, indicato dal settimanale come interessato ad un appalto ad una o due ditte teramane. Ma Chiodi sbotta: “Basta, non ne posso più, volete capire o no che essere revisore dei conti in un’azienda non significa esserne socio?”. Lo ha detto in tv oggi, insolitamente nervoso. Il presidente si sente perseguitato e certo non ha gradio i titoli dei giornali con il suo nome. Ma doveva aspettarselo, perchè, come fa notare il PD, quando di diventa governatore o presidente, ci si dimette da incarichi che in qualche modo potrebbero generare allusioni e illazioni”. Su una cosa molti danno ragione all’esasperato presidente. Non manca chi coglie l’occasione per fare campagna elettorale, per spremere il limone del tornaconto politico, costi quel che costi. Se ci si preoccupasse della moralità e dell’immagine che l’Abruzzo sta dando, forse sarebbe meglio. Approfittare per colpire e portare a casa qualche voto in più, non è esemplare.
Come mai quando alcuni organi di stampa – compreso il nostro e pochi altri – hanno riferito di grosse forniture a ditte vicine al sen.Piccone per il “progetto CASE” a L’Aquila, la cagnara non c’è stata? Tutti allineati e coperti, tutti con il bavaglio oppure distratti? E sui tanti altri che hanno fornito e poi intascato i “giusti” profitti, cosa vogliamo dire? Non erano revisori dei conti, sì, questo diciamolo, ma ben altro. (Nella foto Gianni Chiodi)
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