Assemblea delle Città della terra cruda
Manoppello – Manoppello sabato 11 novembre ospita l’Assemblea delle Città della terra cruda: vi si terrà un Convegno per parlare di azioni congiunte tra le Regioni Abruzzo, Marche e Sardegna per la tutela e valorizzazione dell’architettura in terra cruda in Italia, finalizzate in particolare all’adozione di normative regionali e nazionali in materia.
E’ prevista la partecipazione di sindaci dalle varie Regioni, la Delegazione della Sardegna è composta da almeno 10 Sindaci.
Per l’occasione il CEDTerra di Casalincontrada presenterà la mostra “Le case di terra paesaggio di architetture” e il calendario terra cruda 2018.
Al termine del Convegno, nel pomeriggio, si farà il tour delle case di terra di Manoppello
L’Associazione
L’Associazione Internazionale Città della terra cruda nasce a Samassi il 16 Novembre 2001. Fondatori dell’Associazione sono per la Sardegna i Comuni di Samassi, Villamassargia, Serramanna, Ussana, Guasila, Vallermosa, San Sperate, Musei,
Samatzai, Serrenti, Segariu, Nuraminis e Selargius, per le Marche Montegranaro e Treia e per l’Abruzzo Casalincontrada e Roccamontepiano.
Oggi, aderiscono all’Associazione 40 Comuni in rappresentanza delle Regioni Sardegna, Abruzzo, Marche, Piemonte e Basilicata, Enti territoriali, un Ente Parco, liberi professionisti, Associazioni e Imprese.
L’Associazione valorizza la cultura della Terra cruda e il patrimonio e i valori dei territori che appartengono a questa cultura, promuovendone lo sviluppo sostenibile.
L’Associazione, attraverso le proprie attività, il sostegno alla ricerca scientifica ed alla sperimentazione, promuove il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità.
L’Associazione favorisce iniziative economiche che realizzino cicli completi di produzione, distribuzione e consumo e contribuiscano all’evoluzione di sistemi culturali e tipologie produttive in agricoltura, favorendo l’incontro tra qualità della produzione e responsabilità della domanda.
I Comuni della terra cruda costituiscono una rete di contatti e scambi nel riconoscimento delle reciproche diversità e della autonomia di ogni centro della rete. La Rete tra i Comuni è lo strumento attraverso il quale garantire la partecipazione delle comunità agli obiettivi condivisi, tramite sistemi informativi, osservatori, banche dati delle buone pratiche e dei progetti che perseguono le finalità della rete stessa, e attraverso la collaborazione con le Università, centri di ricerca esperti ed appassionati.
L’Associazione promuove il recupero e riuso del patrimonio edilizio abbandonato, onde limitare la cementificazione dei suoli agricoli in linea con il documento “Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo” della Commissione europea con il quale ci si propone che entro il 2020 le politiche dell’UE tengano conto delle loro conseguenze nell’uso dei terreni, con il traguardo di un incremento dell’occupazione netta di terreno pari a zero da raggiungere entro 2050.
La terra cruda in Abruzzo
Le Case di Terra in Abruzzo partecipano ad un fenomeno presente in gran parte delle province di Chieti, Pescara e Teramo.Esse si diffusero in modo massiccio nella prima metà dell’800, quando si verificò un notevole frazionamento dell’unità poderale classica che, di conseguenza, moltiplicò la “domanda” di case coloniche.L’ esigenza di soddisfare tale domanda al minimo costo possibile, portò alla diffusione della edificazione con impasto di terra cruda e paglia certamente la meno costosa dell’epoca. Un’indagine ISTAT del 1934 attestava che le case di terra costituivano ancora il 20% del patrimonio edilizio abruzzese, processi di urbanizzazione e la conseguente “deruralizzazione” degli anni ’50 e ’60 innestarono un processo di abbandono e sostituzione dei vecchi manufatti in terra cruda.Oggi le Case di Terra sono “episodi” isolati nelle campagne abruzzesi, testimoni di una memoria contadina che il centro di documentazione intende conservare, tutelare e valorizzare a fini culturali e turistici.
Il Censimento promosso dalla Regione Abruzzo tra il 1996/1999 ne individua ancora 800 sul territorio di 40 Comuni.
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