Lentezza estenuante degli appalti e ricostrtuzione
PALLA AL PIEDE PER IL RITORNO ALLA NORMALITA’ -
L’Aquila – Riceviamo dall’ANCE – associazione costruttori: “Il problema della lentezza biblica degli appalti pubblici, che in una città da ricostruire diventa una pesantissima aggravante alle difficoltà di ritorno alla vivibilità urbana dopo quasi nove anni dal sisma, comincia a diventare un tema di discussione politico e tecnico, seppur tardivo. Le proposte di soluzioni che provengono da amministratori vecchi e nuovi convergono tutte verso l’abbattimento degli eccessi di burocrazia. Una strada che si sta tentando per il terremoto del 2016 e che per L’Aquila ed il suo comprensorio sembra purtroppo incontrare maggiori ostacoli.
“Non siamo più un’emergenza viva per il legislatore” ricorda il Presidente di ANCE L’Aquila Ettore Barattelli “e con i soldi in cassa e nessun progetto pronto da parte degli enti appaltanti sarebbe vanificato qualsiasi allentamento della pressione burocratica. Le stazioni appaltanti, dal canto loro, lamentano la mancanza di tecnici in numero sufficiente.
E’ per questo che ANCE L’Aquila – rende noto Barattelli – in un pacchetto di proposte sblocca opere pubbliche, inviate alla Commissaria De Micheli, ha inserito l’idea di un bando della Presidenza del Consiglio per il reperimento di personale presso altre amministrazioni, finalizzato alla costituzione di una task force che vada a colmare le carenze del Provveditorato.
La squadra di soccorso, da distaccare per un periodo limitato alla messa a regime delle gare d’appalto, potrebbe essere ospitata , secondo noi, nelle abitazioni libere del progetto CASE, con una convenzione simile a quelle già utilizzate per le forze dell’ordine”.
Il Presidente dei costruttori illustra altre due proposte sblocca opere pubbliche che sono state concordate col Provveditorato e condivise nel tavolo della ricostruzione regionale. Si tratta di proposte di emendamenti presentati alla Commissaria De Micheli e che si spera superino il vaglio della discussione sulla Legge di Bilancio in corso.
Uno di questi riguarda l’esame dei progetti strutturali esecutivi in capo al Provveditorato alle Opere Pubbliche da effettuarsi non più tramite Genio Civile ma presso lo stesso Provveditorato che ha tutti i titoli per la loro approvazione. Questo eliminerebbe un ridondante passaggio burocratico facendo risparmiare mesi all’iter d’ufficio.
L’altro emendamento proposto e condiviso è la proposta dell’istituzione di una conferenza permanente per la fase della progettazione esecutiva e dunque per la cantierizzazione. I pareri sui progetti verranno espressi dall’organo che si riunirà mensilmente, costituito da tutti i soggetti competenti: Provveditorato, Regione, Ministero delle Infrastrutture e Beni Culturali, Provincia e Comune. Un sistema per accorciare i tempi di tutti i passaggi burocratici della raccolta dei pareri che comporta attese estenuanti.
Un ulteriore impatto negativo sull’avvio dei cantieri deriva dal nuovo Codice degli Appalti, sul quale la nostra ANCE Nazionale sta elaborando una revisione del testo condivisa con tutta la filiera delle costruzioni che dovrà essere discussa con il Governo.
“Alla base di qualunque teoria sulla rinascita del capoluogo c’è lo sblocco immediato della ricostruzione pubblica, altrimenti ogni sforzo degli aquilani sarà vanificato dalla desertificazione dei centri storici – conclude Barattelli – per questo ci auguriamo che la discussione sulla Legge di Bilancio fornisca gli strumenti legislativi giusti al cratere 2009.
Ci auguriamo che tutte le forze politiche, senza distinzione di orientamento, lavorino in questa direzione, altrimenti i buchi neri nei centri storici dovremo subirli per altri dieci anni almeno e con essi le voragini alla nostra economia e socialità”.
(Ndr) – La lentezza mortale di politica e burocrazia è viva e vegeta nonostante L’Aquila: nelle aree terremotate del Centro Italia mancano ancora due terzi delle casette promesse. I soldi ci sono, le commesse pure, ma le casette non arrivano. In Italia ci sono due modi di morire: terremoto o burocrazia. E la politica resta a guardare, goffa e grassa.
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