Lettere – Sgomento per le tragedie. E rabbia perchè dovrebbero essere evitate
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Dopo la tragedia dell’altra sera sulla “17″ è ricominciato il ballo della matrioska. Sono intervenuti tutti rimarcando che bisogna fare qualcosa (bella scoperta) e questo provoca nella gente soltanto rabbia. Perchè il cittadino comune, malgrado ciò che è costretto a subire, continua a pensare che “chi di dovere” dovrebbe agire prima e non dopo. Per cose che rientrano nella quotidianità e che a L’Aquila ma anche altrove diventano problemi dell’altro mondo. Nei giorni scorsi un comune in provincia di Verona è stato condannato a risarcire (?) con oltre un milione di euro una ragazza che anni fa, a causa di una strada dissestata, cadde col motorino riportando lesioni invalidanti. A L’Aquila sono stati installati “solo” 5 mesi fa i semafori nei pressi della caserma dei VVFF e dopo appunto cinque mesi siamo ancora alla luce lampeggiante. Tutte le strade sono percorse da centinaia di di imbecilli che si fanno beffe dei limiti di velocità , degli attraversamenti pedonali, di qualsiasi norma di buon senso mentre si tengono corsi sull’educazione stradale, anche nelle elementari quando sono gli stessi genitori che spessissimo una volta al volante infrangono le regole. Ma non cambia nulla e si aspetta sempre l’ennesima tragedia ma solo per parlare. Mai che si riesca a vedere una decisione immediata.Sono decenni che le istituzioni e le funzioni competenti ricevono esposti, denunce, segnalazioni di ogni tipo sempre per situazioni che mettono a repentaglio la vita della gente. Forse sarebbe opportuno che “qualcuno”, nel caso non avesse ben chiara la situazione, si facesse un giro per L’Aquila e dintorni, tanto per rendersi conto di cosa succede, dalle strade simili a mulattiere ai passaggi pedonali spesso invisibili, all’impossibilità per i pedoni di camminare tranquillamente vicino ad una strada perche’ lo spazio apposito è ricoperto da sassi e vegetazione.
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