Milioni per le rotatorie e la 17 uccide sempre
L’Aquila – L’ultima vittima è la povera ragazza di Paganica morta a San Gregorio, periferia sud dell’Aquila, quella percorsa da sempre dal micidiale budello della statale 17, arteria dal traffico convulso, disordinato, che ha sempre causato incidenti e vittime. Proprio nel punto in cui è morta la giovane di Paganica. La 17 è stretta come 50anni fa, senza segnaletica adeguata, senza marciapiedi, poco illuminata. Per niente vigilata, specie di notte.
IN una città in cui in otto anni sono state costruite con furia quasi febbrile una sfilza di rotatorie, solo poche delle quali utili, tutte orribili e mal tenute o curate, stride una antidiluviana statale come la 17 in area pienamente urbana, rimasta come decenni orsono. Fiancheggiata dalle croci dei morti.
Polemiche indecenti sul nuovo tracciato della 17, che alla fine non è stato costruito, hanno in sostanza impedito ogni intervento di miglioramento e di sicurezza. Il bivio di San Gregorio è come tanti anni fa. Ora ci saranno polemiche e diatribe, dopo l’ennesimo sangue sull’asfalto , e poi si tornerà alla consuetudine: l’inerzia. Restano i fatti: le due strade più importanti di accesso alla città , la 17 e la 80, non sono mai state toccate. Sono come negli anni Quaranta, nel dopoguerra. L0nsipienza storica delle amministrazioni non si è mai posto il problema. Ci voleva il sisma per far spuntare rotatorie otto su dieci inutili, ma redditizie per qualcuno.
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