Opinioni: “Pdl 2.0 paladino di libertà”


L’Aquila – (un’opinione di Carlo Di Stanislao) – “Se non è nuovo predellino, poco ci manca. Per lo meno l’aria è quella”, ha scritto oggi sul Tempo Giancarla Rondinella. La cronaca di ieri, con qualche indiscrezione, è eloquente. Sui giornali viene pubblicato lo sfogo del Cavaliere sullo stato del Pdl, la sua tentazione di azzerare tutto, dopo il voto delle Regionali. C’è anche traccia di un attacco a Denis Verdini, che del Pdl è uno dei coordinatori, indagato dai magistrati di Firenze, poco amato (per usare un eufemismo) nel partito che dirige. Verdini è tentato dalle dimissioni. Berlusconi smentisce e lo difende pubblicamente, ma è la prima volta che lo fa dal giorno della notizia delle indagini che lo riguardano. Nel frattempo Ignazio La Russa, altro coordinatore, anche se in modo ironico, si dice disposto a fare un passo indietro. Tace il terzo coordinatore, Sandro Bondi, ma a Palazzo Grazioli lo danno sempre più distante dai suoi due colleghi, tanto che avrebbe fatto sapere al premier che si sente escluso e che non ha più molta voglia di sedersi al tavolo di lavoro con gli altri. Sulle decisioni che contano, complici forse anche gli impegni ministeriali, il politico che ama la poesia di solito resta escluso. Tutto, ovviamente, è molto ovattato. Non si lavano i panni in pubblico. L’uscita del capo del governo punta a rimettere in riga alcune teste calde. Nel partito molte cariche devono essere rinnovate, le parole del Cavaliere servono a congelare tutto. C’è anche il sospetto che alcune frasi contro Verdini, riportate dai quotidiani come se Berlusconi le avesse pronunciate in Consiglio dei ministri, siano state fatte circolare ad arte da alcuni esponenti del governo. Il premier per una volta ce l’ha più con chi imbecca la stampa che con la stampa. Italo Bocchino, vicecapogruppo dei deputati del Pdl, è in cima alla lista degli indiziati, fra i presunti autori dei giochi di potere. A lui viene attribuita una frase che ha fatto letteralmente infuriare il capo del governo: “Verdini e La Russa sono due morti che camminano”. C’è da aggiungere che, sempre ieri, si apprende che un gruppo molto ampio di parlamentari, quasi tutti azzurri della prima ora, si definiscono ora “pretoriani” di Berlusconi ed intendono strutturarsi per ripristinare, dentro il Pdl, lo spirito originario di Forza Italia. Pretoriani che difendono il loro capo dai giochi di potere, paladini di un’eroe messo alle strette e alle corde. Così, a fine giornata, non più da una piazza ma da una sala e non a Milano ma nel cuore della Capitale, con le prime file occupate da tutti i vertici del partito, Berlusconi lancia un “nuovo movimento”, un “esercito del bene” formato da “promotori della libertà” che risponderanno direttamente ed esclusivamente a lui, coordinati da Michela Vittoria Brambilla e con una struttura autonoma, anche se in collegamento con il Pdl. Lo scenario per l’annumncio a sorpresa è il teatro Adriano in piazza di Pietra, lo stesso scelto un lunedì di novembre del 2007, per annunciare che Forza Italia sarebbe stata superata da un nuovo partito, il Pdl, nato sul famoso predellino a Milano poche ore prima. Il nuovo gruppo di paladini si chiamerà “Promotori della libertà”, come i promotori finanziari, poiché, in fondo, anche la libertà è un valore. Alla fine dell’annuncio Bondi si alza in piedi e applaude, mentre Verdini resta seduto.
E alla fine, mentre scorrono le immagini di “Meno male che Silvio c’è”, è possibile riconoscere qualche faccia nota nel coro di ragazzi e ragazze che si sbracciano per il Presidente: l’onorevole Anna Grazia Calabria, l’onorevole Maria Rosaria Rossi, la consigliera Francesca Pascale, tutte scelte dalla trincea del lavoro e delle professioni e tutte donne che, si sa, il Cavaliere sa apprezzare e valorizzare. Insomma un partito tutto suo, senza Fini che intralcia, senza veti né notai, un esercito di paladini senza macchia e senza paura che combattono per lui, unico vero garante, in Italia, della libertà e del progresso. In queste ore Berlusconi, persona di grande astuzia e di non poco acume, ha capito che proprio lui, che scese in politica e fondò un partito di nuovo conio, privo di struttura organizzativa, a sua immagine e somiglianza; adesso, deve toccare mano che i difetti e i vizi del deceduto sistema partitico novecentesco, sono stati introdotti nel suo partito. I portatori del virus sono gli ex aennini che hanno contagiato gli ex forzisti. Tuttavia, si farebbe torto agli ex dirigenti di An se dicessimo che la colpa è solo soltanto loro. In Forza Italia, covava l’idea un correntismo clandestino che è venuto fuori con la fusione e, comunque, si è accentuata con il problema della successione. Con questo colpo di teatro, ancora una volta, Berlusconi ha mostrato, soprattutto ai suopi, che doo di lui c’è il diluvio e lui è, davvero, un unicum irrepetibile. E anche se dentro al Pdl, si stanno organizzando, ma fanno i conti senza l’oste, poiché, allo stato dell’arte il presente è indecifrabile e il futuro è un rebus. Ieri sera a Montecitorio si aggiravano peones azzurri furibondi, pronti a lasciare il partito. Ma non lo faranno poiché con la nuova “Gladio” salmonata appena costruita, lui, Re Artù, ha dimostrato al pueblo, che il Caudillo è sempre giovane, sempre all’anno zero, sempre nuovo e sempre, saldamente, al comando.


25 Febbraio 2010

Categoria : Politica
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