Mazzocca su Bussi, progetto da rivedere
I RIFIUTI VANNO RIMOSSI -
L’Aquila – “Per quanto mi riguarda, l’unica opzione praticabile è quella della rimozione di gran parte della massa dei rifiuti insistenti sul Sir di Bussi». E’ quanto dichiara, in riferimento alla bonifica della discarica Tre Monti di Bussi sul Tirino (Pescara), il Sottosegretario alla Presidenza Regionale con delega all’Ambiente Mario Mazzocca.
“Riteniamo che la proposta Edison, consistente prevalentemente nella applicazione di una lastra di plastica in prossimità dell’alveo fluviale, rappresenti una soluzione tutt’altro che sicura. Natura e consistenza delle situazioni di Bussi vanno necessariamente affrontate da un (almeno) duplice punto di vista: geologico ma anche idrogeologico. Se è vero come è vero che il sottosuolo di Bussi, dove transita il più grande e importante acquifero d’Abruzzo, si compone in buona parte di materiale litoide (equiparabile, dunque, ad una sorta di barriera permeabile) in presenza del quale il semplice e tipico intervento di “tombamento” non può apparire risolutivo. Nel caso specifico, d’altro canto, gli ecoreati sono più che conclamati: ora è il tempo delle bonifiche. Gli interventi di “capping” o con palancole sono propri della messa in sicurezza mentre l’asportazione diventerebbe il migliore intervento per non avere più pericoli su potabilità delle acque e qualità della vita”.
“Dopo un puntuale ed esaustivo confronto con l’Arta – continua Mazzocca – i nostri uffici hanno elaborato alcune proposte e formulato diverse richieste di chiarimenti che, come concordato con il Ministero, sono state oggi presentate in sede di Conferenza istruttoria nel previsto incontro con tutte le parti interessate. Le stesse, in detta sede, sono state assentite dal Ministero medesimo: gran parte dei rifiuti, dunque, andranno rimossi ed Edison dovrà rivedere il suo progetto.
In ogni caso, la Regione Abruzzo procederà ad esercitare una decisa azione di convincimento nei confronti di Edison affinché la stessa proceda ad una reale attività di bonifica ambientale della imponente area di competenza”.
“Questa Regione – prosegue il Sottosegretario – fin dal 2014 si occupa costantemente del tema della bonifica dell’area pesantemente contaminata di Bussi, nonostante il sito sia di Interesse Nazionale e non Regionale. E lo ha fatto con atti concreti, come dimostreremo in occasione di una conferenza stampa prevista per la prossima settimana. Sul tema delle aree pubbliche ricomprese nel sito, va sottolineato come Regione e Arta hanno pressoché concluso le attività di caratterizzazione e che le relative risultanze, concretizzate grazie a risorse stanziate da questa Regione ed ormai in via di definizione, attesteranno l’esclusione di dette aree dalla parte inquinata del Sin”.
Riguardo al tema della riprogrammazione dei fondi Masterplan a beneficio della viabilità provinciale, Mazzocca afferma come “lo stato di estrema e pericolosa criticità in cui versa la rete infrastrutturale viaria locale impone risposte immediate ed un radicale ripensamento, da parte delle pubbliche istituzioni, di una rinnovata visione strategica nel medio e lungo termine. La nostra, dunque, è l’ultima di una serie di fatti concreti operati a beneficio delle Province sopperendo alla cronica carenza di trasferimenti una volta tipicamente assicurati dallo Stato. Concordo, quindi, con il Presidente D’Alfonso nella scelta di anticipare l’utilizzo di quei fondi a beneficio della viabilità provinciale, consapevole che la bonifica di Bussi “è dello Stato e accanto allo Stato l’obbligo è di chi o ha inquinato o si sente responsabile socialmente per l’ inquinamento”, così come allo Stato compete il finanziamento della viabilità provinciale. In relazione, poi, al necessario intervento di bonifica, che contempla una serie di passaggi propedeutici ancora in corso e per il quale si sono attivati lo Stato e il privato, appreso di come Edison sia “pronta a fare la sua parte” e nell’attesa che le dette “operazioni Stato/privato vadano in esercizio”, perché non creare un fondo di 56 milioni di euro per rimuovere i pericoli della viabilità provinciale che non possiamo far finta di non vedere?”
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