Resto al Sud, la Provincia gestirà la cabina di regia per i Comuni


Pescara – La Provincia di Pescara assisterà i giovani aspiranti imprenditori e coordinerà i Comuni per l’attivazione della misura RESTO AL SUD, (D.lgs 91/2017) volta ad incentivare i giovani under 35 all’avvio di attività imprenditoriali nel regioni del Mezzogiorno, compreso l’Abruzzo. L’agevolazione dovrebbe diventare operativa a breve: si attende, infatti, il Decreto attuativo, che, dopo la Legge 123 del 13 agosto scorso (che ha convertito il D.lgs 91) , è ormai imminente.

Le attività finanziabili sono relative alla produzione di beni nei settori dell’artigianato e dell’industria della pesca, dell’acquacoltura e dei servizi. Non sono finanziabili le attività libero professionali e commerciali, ad eccezione della vendita dei beni prodotti nell’attività d’impresa. Col bonus Resto al Sud possono essere riconosciuti sino a 50mila euro per singolo richiedente, di cui una quota a fondo perduto del 35% e il restante 65 attraverso un prestito a tasso zero da restituire in 8 anni. Se l’impresa deve essere costituita in forma di società, l’importo di 50mila euro si riferisce al singolo socio e possono essere richiesti sino a 200mila euro. A tale riguardo con delibera CIPE del 20 agosto u.s. sono state destinate importanti risorse a fronte dell’investimento complessivo di euro 1.250.000,00 per il periodo 2018/2025 , di cui, parlando delle prime annualità, 36 milioni per il 2017, 280 milioni per il 2018 e 462 milioni per il 2019.

Dopo il via libera del decreto ministeriale, sarà possibile presentare le domande di accesso ai finanziamenti direttamente al sito INVITALIA – soggetto gestore della misura per conto della Presidenza del Consiglio dei ministri – che valuterà il progetto entro 60 giorni.

Ciò che rende particolarmente interessante la misura Resto al Sud è che essa non riguarda solo i singoli cittadini o eventuali società, bensì anche, e direttamente, i Comuni. Tra le agevolazioni della misura infatti è inclusa la valorizzazione di aree e immobili abbandonati. Il Decreto Legge 91/2017 prevede che la valorizzazione riguardi i terreni incolti da almeno dieci anni e le aree edificate ad uso industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo abbandonate da almeno quindici anni. I progetti potranno riguardare anche le singole unità immobiliari abbandonate presenti. Se un bene è privato, infatti, un giovane che volesse recuperarlo, può chiederlo al Comune, che interpella il proprietario. Gli immobili potranno essere destinati ad iniziative agricole, artigianali, commerciali e turistiche, per le quali interviene l’aiuto economico previsto dalla misura RESTO AL SUD.


28 Ottobre 2017

Categoria : Politica
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