Geomorfologia: territorio abruzzese soggetto a sollevamento. Il Prof. T. Piacentini illustra il fenomeno
L’Aquila – (F.C.). “Il territorio abruzzese si e’ sollevato e si solleva. Tutta l’area abruzzese dal settore montano a quello collinare costiero ha subito, negli ultimi 1-2 milioni di anni, un processo di sollevamento regionale che ha costruito i rilievi. La crescita e’ lenta e impercettibile (parliamo di 0,2-1 mm anno) – ha affermato il prof. Tommaso Piacentini geomorfologo dell’Universita’ ‘G. d’Annunzio’ Chieti-Pescara – ma che su tempi lunghi ha portato a sollevamenti di alcune centinaia di metri e oltre. Contemporaneamente, le faglie hanno portato alla formazione di ampie depressioni intermontane come quella del Fucino, di Sulmona o dell’Aquila”. “Se da un lato il rilievo si costruisce osserva Piacentini – dall’altro i processi esogeni (erosione dei fiumi, erosione del suolo, frane, ghiacciai, ecc), legati al clima e ai suoi cambiamenti, hanno portato al progressivo smantellamento dei rilievi e importanti modificazioni nel paesaggio, basta pensare che oltre 1 milione di anni fa tutta l’area collinare abruzzese non esisteva, era sotto il livello del mare”. Sono i risultati degli studi dei geomorfologi italiani dell’Associazione Italiana Geomorfologia e Geografia Fisica che domani, sabato 28 ottobre, parteciperanno alla XXV Convention Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche Aigae, in corso di svolgimento a Civitella Alfedena. Domani l’intervento dei geomorfologi, alle ore 10, presso il Centro Polifunzionale di Civitella. “In Abruzzo sono censite oltre 16000 aree in dissesto (8500 frane). Ma questo dato non e’ statico nel tempo. In ogni evento meteorico intenso (forti precipitazioni, nevicate, ma anche in occasione dei terremoti) si verificano nuovi dissesti (centinaia o anche migliaia) tra frane fenomeni di erosione del suolo, esondazioni ecc. Dopo l’evento del gennaio 2003 sono state censite circa 1300 frane verificatesi in soli 3 giorni – ha proseguito Piacentini che e’ anche referente Abruzzo dell’Associazione Italiana Geomorfologia – ed ugualmente dopo precipitazioni intense di un singolo giorno verificatesi nel 2007, 2011, 2012, sono state censite centinaia di nuove frane e profondi fenomeni di erosione del suolo; nel marzo 2015 sono state censiti oltre 3000 fenomeni di dissesto (quasi 1400 frane, oltre 500 aree interessate da esondazioni e allagamenti, 800 siti danneggiati da nevicate e oltre 300 da vento forte), documentati a livello regionale. Questi fenomeni devono essere studiati con analisi geomorfologiche specifiche a scala regionale e su interi bacini idrografici, solo cosi’ e’ possibile comprenderne significato ed evoluzione e fare una corretta opera di prevenzione”.
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