Santa Croce, Colella chiede revoca concessione a Norda
“PROSEGUE LA BATTAGLIA CONTRO LA REGIONE PER I NOSTRI DIRITTI” -
L’Aquila – “Tempo scaduto per la Norda Spa che deve essere esclusa dal bando per l’acqua di Canistro”. È quanto sostiene la società Santa Croce Spa nel ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale (Tar), nel quale chiede la revoca dello concessione provvisoria alla Norda perché non ha presentato, entro i termini di legge, la Valutazione di impatto ambientale (Via), necessaria per ottenere la concessione definitiva per lo sfruttamento della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro (L’Aquila).
A renderlo noto è la stessa società dell’imprenditore Camillo Colella, ex concessionaria delle sorgenti, ma proprietario dello stabilimento di Canistro e del marchio Santa Croce. La società ha già impugnato l’esito delle offerte tecniche ed economiche del bando di gara del 15 dicembre scorso, aggiudicato provvisoriamente dalla Norda.
Secondo i ricorrenti, a distanza di molti mesi dall’aggiudicazione provvisoria, nonostante il chiaro obbligo di avviare una procedura di Via sul progetto depositato presso la Regione, la società dei fratelli Pessina ha invece deliberatamente avviato una Verifica di assoggettabilità (Va), procedura diversa e non conforme. Ha fatto a sua volta ricorso al Tar, contro la Regione, sostenendo che fosse sufficiente la più circoscritta Va.
Sempre la Sorgente Santa Croce ricorda come la gara che ha vinto nel 2015 sia stata annullata proprio per la mancata previsione, da parte della Regione Abruzzo, di una procedura di Via.
Nel ricorso al Tar, curato dallo studio legale Di Tonno, è stato evidenziato come “la coltivazione dei beni minerari, nei quali rientrano anche le acque minerali, sia soggetta necessariamente alla Valutazione di impatto ambientale e non alla, più riduttiva, procedura di Valutazione di assoggettabilità, erroneamente incardinata dall’aggiudicataria provvisoria”.
Solo con la Via, evidenziano i legali, possono essere infatti “esaminati tutti gli effetti che un progetto determina sull’ambiente e non solamente se questi possano essere significativi e negativi, ciò con particolare riferimento alla fonte Sant’Antonio Sponga, per le caratteristiche della risorsa idrica e per il progetto di coltivazione da attuare”.
Ma ora i termini per presentare la Via sono scaduti, da qui la richiesta di revoca della concessione provvisoria e, di conseguenza, di un nuovo bando.
“Spiace constatare che un’amministrazione che vanta essere una ‘Regione verde d’Europa’ dimostri distrazione sulle procedure ambientali sulle proprie risorse naturali – commenta Colella – Se, per mesi, i clamori della stampa hanno raccontato, e continuano a raccontare, di un passaggio di consegne tra la Sorgente Santa Croce e la Norda come di una ‘cosa fatta’, la realtà dei fatti è andata in senso opposto”.
Secondo l’imprenditore, “il conflitto tra Norda Spa e la Regione Abruzzo testimonia, ancora una volta, la bontà delle nostre ragioni e l’attenzione che abbiamo sempre riservato alle tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile”.
Colella sottolinea, in conclusione, che “continua a ritmo serrato la battaglia contro la Regione per vedere riconosciuti i diritti violati che hanno portato a un nulla di fatto con l’acqua che da oltre un anno finisce nel fiume Liri”.
(Ndr) – La Santa Croce comunica e informa, la Norda e la Regione sono muti e nessuno ha mai visto un loro comunicato o un loro intervento. E’ l’aspetto più sconcertante di una storia molto abruzzese: la fine di un grande marchio e di decine di lavoratori. Infatti, finora, solo di questo si tratta. Un’abruzzesra, diciamo con neologismo brutto ma efficace.
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