Caporalato Fucino: Bracco, schiavitu’ moderna
L’Aquila – “Fino a quattordici ore di lavoro al giorno. Due euro e 50 centesimi di paga oraria. E poi la costrizione di dover vivere in baracche di cinque metri per cinque condividendo spazi gia’ angusti con altri compagni. Turni massacranti uniti a disperazione e mancanza di alternative. Nessuna tutela, nessun diritto. Solo l’obbligo di lavorare come schiavi a capo chino. E se provi a fare domande sei fuori. Il caporale ti considera una mela marcia. Uno che da’ problemi. E non vieni piu’ chiamato. E quella paga da fame te la puoi scordare. Tanto di altri disperati pronti a lavorare per pochi euro se ne trovano in quantita’”. E’ questo il duro commento che il consigliere regionale Leandro Bracco ha reso noto dopo l’operazione di controllo avvenuta ieri nella Piana del Fucino nell’ambito della quale ben 61 lavoratori sono risultati irregolari, quindici in nero, tre attivita’ imprenditoriali sono state sospese e 66 sanzioni comminate per un totale di 144mila euro. “Cio’ che e’ stato scoperto poche ore fa nella Marsica – evidenzia l’esponente di Sinistra Italiana – e’ solamente la punta dell’iceberg. Oramai il fenomeno del caporalato e’ diventato a livello nazionale una vera e propria piaga sociale e purtroppo l’Abruzzo non e’ da meno. Soprattutto nel Fucino sono numerosissimi gli immigrati non in regola con il permesso di soggiorno i cui paesi di origine sono prevalentemente l’Albania, il Marocco e la Romania”.
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