Se la cultura non è conformismo
Se la cultura è davvero una vocazione, o almeno una sana ambizione della collettività aquilana, utile per rinascere, non può essere conformismo. Piattume per celare interessi, lucri, poltrone e poltroncine ben remunerate . Non può limitarsi a musica, teatro, mezzi sbadigli, da conferenza o convegno. Mezzi busti e parrucconi.
La cultura è circolare, include anche la scienza e il sapere o i traguardi scientifici. Il successo dei ricercatori nel campo dei raggi cosmici è cultura, appartiene alla città e al suo patrimonio. Invece passa quasi sotto silenzio, come tanti altri eventi di carattere scientifico. Come se contassero solo, appunto, musica e teatro.
L’Aquila deve aprirsi, svecchiarsi, spolverarsi di dosso vecchie abitudini e storture. O più banalmente, interessi consolidati e prepotenti. Congratulazioni solo dal sindaco? E’ poco. Della Regione, sorda e avulsa, inutile parlare. Di certi valori neppure si accorge. Troppo presi a litigarsi il potere in aule e centri di potere dai quali, giustamente, i cittadini sono lontani anni luce.
PENSIERINO – In consiglio regionale si azzuffano come lavandaie nei vecchi fontanili, urlano, , e non si rendono conto che negli spazi per il pubblico non c’è mai un’anima viva. I cittadini sono intenti a mettere insieme il pranzo con la cena. I consiglieri regionali sono superpagati. Tra loro e la gente comune c’è un abisso.
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