Cultura, come usano i soldi pubblici?


La cultura costa molti soldi (pubblici) rappresenta, spesso, solo un territorio per accogliere i privilegiati che godono di sostegni e conoscenze. Tale stortura deprecabile ha sempre fatto comodo alla politica. E si va ancora avanti sovente nel peggiore dei modi, strepitando per avere risorse, recitando sceneggiate, con inevitabile comparsa finale del solito salvatore della patria che sborsa denari. Pubblici.
La cultura dovrebbe essere sangue e linfa della nostra regione, che ha molti numeri e patrimoni storici, ma leggendo quanto scrive Giuliano Tomassi abbandonando l’Istituzione sinfonica abruzzese, la realtà è diversa. Orta l’Istituzione dica la sua, risponda, spieghi, se è in grado di farlo. Agli abruzzesi costa molte risorse. Siamo certi che le meriti? Anche i santuari della musica debbono rendere conto ai cittadini che riempiono le buste paga.

PENSIERINO 1 – Il critico d’arte Sgarbi ha detto che il pittore Saturnino Gatti, nato a Pizzoli e vissuto anche a L’Aquila, è uno dei giganti del Rinascimento. Da queste parti non se ne era accorto nessuno. A Sgarbi non hanno mandato neppure una email di ringraziamento.

PENSIERINO 2 – L’ex sindaco aquilano Cialente ambirebbe a diventare segretario comunale del PD. Per rimettere in sesto il partito e rivitalizzarlo. Da medico, Cialente sa che è un’impresa disperata. Forse servirebbe un anatomopatologo, più che uno pneumologo.



19 Settembre 2017

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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