Interporto, la superbufala marsicana
Sono talmente tante le bufale delle incompiute abruzzesi, che è bene ricordarle di tanto in tanto, per non far svanire persino il ricordo della loro esistenza. Il Centro ha riesumato oggi – meno male che esistono i giornali – quella che forse è la superbufala più colossale dei moderni decenni in Abruzzo: l’autoporto, l’interporto, il centro di smistamento merci (chiamatelo come volete) alla periferia di Avezzano. Un’opera che ha fatto vivere di rendita una sfilza di politici che, se avessero pudore, dovrebbero oggi solo vergognarsi.
Il Centro scrive, infatti, che la struttura è tuttora chiusa come tale, e solo in parte utilizzata – per usi diversai da quelli di progetto – dalla Croce rossa.
L’interporto è costato decine di milioni e se ne parla da 25 anni. Anzi, è stato più volte … inaugurato.
Una storia che fa il paio con altre, ugualmente vistose, tipo la metropolitana dell’Aquila, o i progetti per le aree di risulta a Pescara. O la famosissima superstrada del Sangro che finiva nel nulla: un viadotto sospeso in aria. E, che si sappia , ancora non c’è.
Forse in altre regioni del profondo Sud si trovano incompiute simili, ma di sicuro meno costose e sfrontate. Molte, nei nostri servizi nei mesi scorsi, le abbiamo elencate. La ricostruzione aquilana ne è stracolma, dal palazzo del Comune a palazzo Centri, o al duomo e al castello. Opere per decine di milioni, soldi che in alcuni casi sono stati in parte persino donati. Parliamo del comune o del teatro municipale.
Ci chiediamo, e tanti si chiedono, con quale razza di classe politica questa sfortunata regione abbia avuto – ed ha – a cha fare. Piogge di inchieste e arresti eccellenti a ripetizione non hanno guarito le piaghe.
Dobbiamo concludere amaramente che abbiamo avuto, e abbiamo, ciò che meritiamo e che siamo capacxi di esprimere, oggi come ieri e l’altro ieri.
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