Il Radon ci uccide, ma chi ce lo aveva detto?


L’Aquila – Quante volte, negli ultimi anni, su questo e su altri organi di informazione abbiamo dedicato servizi, e posto domende, sull’argomento Radon, il gas radioattivo che emerge più o meno ovunque dal sottosuolo? Non è mai venuta la minima risposta, nè la minima attenzione, da parte delle autorità amministrative, dai sindaci, dalla Regione, dalla pubblica sanità. Oggi arrivano le conferme che il Radon è ovunque, sotto i nostri pavimenti, e uccide. E ci accorgiamo che nessuno ci ha mai neppure insegnato le regole elementari per attenuare il rischio Radon, sul quale si è sempre mantenuto un vergognoso, colpevole silenzio pubblico. Al via questa mattina il seminario organizzato dall’Ispesl all’Aquila ‘Il rischio Radon negli ambienti di vita e di lavoro’. Esperti e ricercatori dell’Istituto illustrano i rischi e i possibili rimedi rispetto ai danni alla salute provocati del Radon. Il Radon e’ un gas radioattivo naturale, chimicamente inerte, privo di odore, colore, sapore ed estremamente volatile. Esso viene emanato principalmente dai terreni, in particolar modo da lave, tufi, pozzolane, rocce ed in minor misura dall’acqua nella quale e’ solubile tanto che puo’ trovarsi anche nelle falde acquifere superficiali e sotterranee. Ma e’ presente anche in alcuni materiali da costruzione. Stando alle statistiche e alle ricerche dell’Ispesl e’ possibile affermare che l’inalazione del gas Radon rappresenta per l’uomo la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo della sigaretta. Un dato che senza dubbio lascia riflettere, se si pensa all’elevato numero di persone che ogni anno si ammalano di tumore proprio per gli effetti cancerogeni del Radon. Ma con semplici accorgimenti, applicabili in alcune situazioni, si puo’ ridurre notevolmente il rischio. Stamattina nel corso del seminario i ricercatori hanno spiegato alcuni rimedi per evitare effetti nocivi del gas. Un accorgimento immediato e semplice per proteggersi dall’accumulo di radon in un locale consiste nell’aerazione continua specialmente quando l’ambiente sia interrato o a contatto diretto del terreno: essendo un gas, il randon ha la capacita’ di attraversare la porosita’ del suolo, le fessure e le crepe dei pavimenti, le giunture delle mura oltre a fluire dai pori dei materiali da costruzione”. Il radon e’ un gas radioattivo e la sua inalazione puo’ procurare effetti cancerogeni sui polmoni. “Di qui – afferma Umberto Sacerdote, direttore generale dell’Ispesl – la necessita’ assoluta di ‘bonificare’ dal radon gli ambienti chiusi di vita e di lavoro quando in essi la concentrazione di gas supera il valore di guardia. Alcuni interventi di bonifica sono di facile realizzazione in quanto consistono nell’aerazione continua dei locali, altri sono piu’ costosi poiche’ prevedono interventi tendenti a limitare o a eliminare i punti di infiltrazione accompagnati dalla depressurizzazione del suolo per impedire la risalita del gas Radon. Oggi e’ possibile effettuare un monitoraggio autonomo dei propri locali grazie ad economici rilevatori (dosimetri) che facilmente si trovano sul mercato”. (Nell’immagine il radon dal sottosuolo – eastmoline.com)


23 Febbraio 2010

Categoria : Scienze
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