Incendi: Morrone, esposto in Procura su piste tagliafuoco
Sulmona – Chilometri di “scriteriate piste tagliafuoco, inutili e dannose”, sono state realizzate in pieno Parco Nazionale della Majella nei giorni scorsi, “senza alcuna autorizzazione, con il pretesto dello stato di necessita’ legato al devastante incendio del Morrone”. Le Associazioni Appennino Ecosistema, LIPU, Salviamo l’Orso e ALTURA hanno presentato stamattina un esposto in proposito alla Procura della Repubblica di Sulmona, al Reparto Carabinieri Parco Nazionale Majella ed alla Stazione Carabinieri Parco di Popoli, perche’ “intervengano promuovendo le doverose azioni per prevenire e reprimere questi fatti di reato, che innalzeranno il pericolo di dissesto idrogeologico del Morrone Peligno, aggiungendo il danno delle frane e delle alluvioni a quello dell’incendio”. Le associazioni ricordano che “in un articolo comparso in data 6 settembe sulla testata giornalistica web ‘ReportAge di Maria Trozzi’ (https://report-age.com/2017/09/06/come-funghi-le-piste-tagliaf uoco-spianate-troppe-strade-sul-morrone-fuoco-spento-brucia-la- speculazione/) era stata documentata la realizzazione in corso di piste tagliafuoco di lunghezza di oltre un chilometro e larghezza di 10-15 metri, con relativo sbancamento di pendii e valli, nel territorio dei Comuni di Pratola Peligna e Roccacasale (AQ), nel territorio del Parco Nazionale della Majella (Zone B e C), nonche’ in quello delle aree della Rete europea Natura 2000 denominate Zona di Protezione Speciale ‘IT7140129 Parco Nazionale della Maiella’ e Sito di Interesse Comunitario ‘IT7140203 Maiella’”. Le piste sono state realizzate anche dopo la dichiarazione formale di cessata emergenza e l’avvenuto spegnimento dell’incendio del Morrone, quindi “in palese assenza del requisito fondamentale dello ‘stato di necessita” e del pericolo ‘concreto ed attuale’ per le vite umane, richiesti dalla legge per la realizzazione in deroga di interventi d’emergenza”.
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