Cotugno, un misero presente, un grande passato
L’Aquila – Le amare vicende dell’attuale liceo Cotugno parlano di un presente desolante, e di una città immemore. Il Cotugno u infatti un’istituzione e un vanto per la città . Probabile che oggi politici con scarsa dimentichezza con il congiuntivo ignorino tutto. Sarà bene ringrascare loro la memoria.
Il liceo ginnasio Domenico Cotugno, scuola dalla lunga e prestigiosa storia, aveva sede in un’ala del palazzone porticato della Provincia , a, lato corso Umberto-inizio via Patini. Accanto al portone c’era la fontanella detta dell’Angelo Muto. Un sorso di acqua fresca prima di andare a sgobbare cinque ore tra latino, greco, scienze e compagnia bella. Ogni giorno, anche il sabato, s’intende.
La scuola intitolata la grande medico napoletano (oggi esiste ancora qualcuno che conosca Cotugno?) aveva aule grandi, corridoi lunghi e larghi, gabinetti di fisica e chimica, e uno sterminato gabinetto di zoologia, botanica, mineralogia, accanto alla biblioteca provinciale. Visitabile la sala Patini con affresco dell’artista sul soffitto. C’era persino un impianto di altoparlanti nelle aule. Una cigolante macchina cinematografica veniva utilizzata nel corridoio maggiore, quello della ricreazione.
Una scuola storica, bella, nella quale è transitata una generazione dopo l’altra.
Irrecuperabile, certo. Ma che almeno si sappia come stava le cose non un secolo fa, ma appena qualche decina di anni orsono.
Foto: il palazzone nel quale aveva sede anche il Cotugno e la fontanella dell’Angelo Muto accanto al portonme del liceo.
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