Via ai lavori per palazzi ed edifici sacri


L’Aquila – Il commissario Chiodi ha chiesto ai comuni che si trovino in difficoltà nella gestione del processo di ricostruzione di fare riferimento alla Struttura Tecnica di Missione e alle linee guida individuate dall’architetto Fontana. Il Commissario ha inoltre stilato una lista di immobili “strategici che non hanno possibilità di delocalizzazione” per la ricostruzione dei quali sono stati stanziati fondi e per i quali verranno a breve appaltati i lavori per un totale di circa 200 mln di euro per 27 edifici.
A breve partiranno i lavori per la messa in sicurezza di 12 chiese, tra cui la Beata Antonia dell’Aquila e sarà delegata alla Conferenza Episcopale di Abruzzo e Molise la scelta delle priorità sulle quali intervenire per la ricostruzione degli edifici eclesiastici. Altri 40 mln di euro arriveranno dal CIPE per la ricostruzione delle sedi dell’università dell’Aquila. Tra gli edifici per i quali parttiranno i lavori la sede della corte d’appello, la questura, le direzioni dei vigili del fuoco, il provveditorato alle opere pubbliche, la sede della Finanza aquilana, il palazzo di giustizia, palazzo Carli, palazzo Camponeschi oltre alle 12 chiese di cui si parla nel comunicato della struttura gestione emergenza.

ZONA FRANCA – Rispetto alla zona franca urbana il Commissario ha anticipato la comunicazione inviata a lui dal Ministero dello Sviluppo Economico che ha terminato la fase istruttoria e che a breve gli uffici del Commissario inoltreranno al CIPE la richiesta di copertura economica. La zona franca urbana interesserà esclusivamente il territorio del comune dell’Aquila. Il Commissario ha inoltre annunciato che è stato definito l’ammontare dei rimborsi per le imprese e che saranno necessari 44 milioni di euro, sono stati stanziati inoltre dalla Regione Abruzzo 35 milioni di euro per le imprese artigiane e i professionisti residenti nel cratere e che c’è tempo fino al 15 marzo per presentare le domande.

MACERIE – Per quanto riguarda lo smaltimento delle macerie il Commissario ha illustrato le difficoltà amministrative che hanno ingessato finora le procedure per la rimozione, spiegando che ci sono norme europpee inderogabili che non hanno permesso né ai comuni, né al capo della Protezione Civile Bertolaso di intervenire in merito. Chiodi ha detto che c’è la massima disponibilità ad intervenire laddove vi sia l’inerzia dei comuni, allorché il Ministero dell’Ambiente assicuri la legittimità degli interventi anche di concerto con l’unione europea.
Qualora fosse necessario il Commissario non esiterà a chiedere uno sforzo ulteriore al Genio Civile Militare e ai Vigili del Fuoco per lo smaltimento delle macerie

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22 Febbraio 2010

Categoria : Cronaca
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