Emergenza cinghiali, convegno Associazione Avas
Bomba – Per l’Assessore regionale Dino Pepe bisogna stringere un “patto etico tra tutti i soggetti interessati e lavorare insieme con un obiettivo comune e condiviso”.
Un anno fa perdeva la vita Daniela Martorella, 37 anni, in un incidente tragico e assurdo lungo la Fondovalle Sangro. Dopo il turno alla Sevel tornava a casa, a Bomba, a bordo di una Clio guidata da un collega, quando improvvisamente sulla strada sono apparsi due cinghiali. Una presenza inaspettata e pericolosa che ha causato il mortale incidente.
Di qualche giorno fa è la notizia di un uomo che, uscito ad innaffiare il giardino si è visto circondato da una ventina di animali selvatici, per non parlare di altri fatti più o meno gravi accaduti in questi mesi, nonché dei danni ingenti all’agricoltura. Una sequela di vicende che dicono senza ombra di dubbio che quella dei cinghiali è una vera e propria emergenza, un fenomeno che deve essere arginato e risolto.
L’Associazione Avas (Associazione Vittime Animali Selvatici), presieduta da Carla Martorella, zia di Daniela, ha promosso una Tavola Rotonda dal titolo “La proliferazione degli ungulati e l’aumento esponenziale degli incidenti, dei danni in agricoltura e in natura, le possibili soluzioni prima che il fenomeno degeneri”con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla questione e di offrire un momento di riflessone e confronto. Al convegno che si è tenuto nella sala del Museo Etnografico di Bomba, hanno preso parte relatori ed esperti e si è concluso con il costruttivo intervento dell’assessore regionale all’Agricoltura Dino Pepe che ha seguito dall’inizio, ascoltando tutti con interesse, segno visibile di quanto questo problema sia serio e sentito. Dopo la proiezione di un video con le immagini di Daniela, la presidente Carla Martorella, che ha trattenuto a stento la commozione, ha introdotto i lavori. “Con questa associazione vogliamo continuare la storia interrotta di Daniela ed essere un punto di riferimento per le vittime di fatti conseguenti alla presenza dei cinghiali, che non sanno nemmeno a chi rivolgersi per essere risarciti. Sono convinta – ha detto la presidente – che solo insieme, individuando azioni strategiche e procedendo con determinazione possiamo mettere la parola fine a queste storie drammatiche”. Da un anno 50 sindaci, per la maggior parte del Sangro Aventino e del Vastese, portano avanti una battaglia forte. Il primo cittadino di Archi Mario Troilo, coordinatore di questo movimento, ha ripercorso gli aspetti più significativi di una lotta che non intendono affatto abbandonare. “L’emergenza cinghiali è stata sottovalutata dalle istituzioni – ha sottolineato – dopo la revoca da parte del Prefetto delle nostre delibere, è iniziato un iter che ci ha visti tutti d’accordo nel ritenere i cinghiali in esubero. Abbiamo proposto di cambiare il regolamento dell’attività venatoria e stilato una serie di variazioni su 22 punti, la Regione ne ha presi in considerazione solo 2. Il dato positivo è il riconoscimento dell’esame triconoscopico che prima era a carico del cacciatore e ora della Regione”. Per Dario Febo, biologo, ambientalista, ex direttore generale del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo fino allo scorso marzo, “il problema va ricondotto a una gestione razionale e le istituzioni, la politica devono decidere cosa fare e assumersi le proprie responsabilità”. Di caos legislativo e della necessità di leggi chiare ha parlato Gianluca Casciato, avvocato e presidente dell’associazione Madrecultura di Vasto. “Per l’agricoltura è un bollettino di guerra”, ha tuonato Mauro Lovato, imprenditore agricolo, presidente di Confagricoltura di Chieti e componente del direttivo dell’Avas, chiedendo con forza interventi mirati. Interessanti considerazioni sono arrivate da Simone Angelucci, Sindaco di Caramanico e veterinario del Parco Nazionale della Maiella che ha puntato l’accento sulla gestione e sulla capacità operativa dei territori. Tutti gli interventi hanno a vuto un comune denominatore, l’appello alle istituzioni. L’assessore Dino Pepe ha risposto con chiarezza dopo aver avuto parole di apprezzamento per l’operato dell’Avas. “Nel 2014 abbiamo messo in campo iniziative per la caccia di selezione, chiesto la modifica della legge 92. Con la caccia di selezione sono stati abbattuti 2000 cinghiali (1000 nella provincia di Chieti), un risultato che è però insufficiente rispetto al problema. Sono stati stanziati anche 400 mila euro – ha puntualizzato Pepe -, siamo di fronte a una grande emergenza e solo insieme, stringendo un patto etico tra tutti i soggetti interessati, con un atteggiamento di responsabilità diffusa riusciremo a risolvere definitivamente la questione dei cinghiali”. Un richiamo, dunque, all’unità, a lavorare in collaborazione, lasciando da parte polemiche e critiche, per raggiungere un obiettivo comune e condiviso. Il Convegno è stato coordinato dalla giornalista Maria Rosaria La Morgia, tra i relatori anche Massimiliano Mezzanotte, docente di Diritto Regionale all’Università di Teramo che sta elaborando una proposta di legge per indennizzare le vittime di incidenti stradali causati da fauna selvatica.
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