Lettera a Paolucci e ai farmacisti
Riceviamo da G.F.C. (identità a noi nota): “Direttore, vorrei far pervenire all’assessore alla sanità regionale , Paolucci, un messaggio, anche se sono certo che non avrà risposta.
Da due anni debbo assumere un medicinale non mutuabile. Una scolata ogni mese. Il prezzo è andato aumentando di venti o quaranta centesimi ogni tre o quattro mesi. L’ultimo aumento è di 40 centesimi. E’ legittimo un simile comportamento dei farmacisti?
Secondo problema, molto più grave.
Sono costretto a usare almeno cinque o sei farmaci, alcuni dei quali molto costosi. In molte farmacie sia a L’Aquila che nel Teramano, quasi sempre uno, due o tre dei farmaci mancano, e debbo tornare il giorno dopo. Non ho auto e nessuno che mi accompagni. Tornare significa incont5r5are disagi e usare mezzi pubblici, dunque costi aggiuntivi. Per non parlare del caldo e degli altri disagi.
Mi è capitato persino con un farmaco salvavita.
Non si tratta di casi rari o giustificabili: i farmaci mancano sempre specie quando sono costosi.
Chiedo all’assessore e ai farmacisti: è legittimo tutto questo? Pare che si faccia di tutto per rendere difficile la vita ai più deboli e naturalmente ai meno abbienti.
Non possiamo affermare che l’Abruzzo sia una regione civile e attenta ai meno fortunati tra i suoi abitanti.
Ripeto, risposte non ne aspetto, so che da queste parti i politici e i potenti (come ila casta dei farmacisti) in genere fanno finta di niente e girano la testa dall’altra parte. Ma io le scrivo lo stesso: è una vera porcheria”.
(Ndr) – D’accordo su tutto, anche sul fatto che nessuno risponderà . Siamo abituati. Ma come lei, insistiamo a scrivere e rivelare. Gutta cavat lapidem, traduciamo per i politici: la goccia scava la pietra.
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