Lettere – Giornalisti, cronisti o semplicemente cantastorie?
L’Aquila – Il 30/Lug/2017 13:48, “franco taccia”
Ma dicevamo di giornalisti (?) o cronisti o cantastorie. Qualche esempio tanto per gradire, partendo dai piu’ datati fino all’ultimo (magari) episodio.
C’erano una volta, vicino o vicinissimo al centro cittadino, le scuole. Su viale Duca degli Abruzzi c’era una scuola media, l’istituto tecnico femminile, una scuola elementare. Sullo stato reale dei fabbricati che le ospitavano silenzio di tomba, sui disegni che riguardano il futuro dei fabbricati idem. Intanto dopo la deportazione delle famiglie aquilane, in parte rientrate, prosegue invece quella degli studenti, sbattuti a destra e a manca senza nessuna logica e certezza del futuro.
Addirittura, a pochissimo dal nuovo anno scolastico senza neppure la certezza di averla una sistemazione magari di fortuna.
Inchieste, dibattiti, interrogativi, documentazione della situazione reale? Zero assoluto, tranne i periodici comunicati, tutti identici anche per testate diverse, senza un minimo di analisi sui fatti da parte di chi ce li propina. Ci si limita a dire che il ponte belvedere e’ chiuso la traffico (lo sappiamo), si da spazio all’annuncio sulla prossima demolizione, sulla prossima manutenzione, sulla prossima balla priva di fondamento. Commenti di chi scrive, valutazioni, proposte? Neanche l’ombra.
Per finire ai giorni più recenti, con il Palazzo di Città che ospita un’organizzazione politica impegnata nell’occasione nella presentazione di un libro che nelle intenzioni dovrebbe permettere, a detta di una esponente del organizzazione, a chi avrà voglia di partecipare, di “…poter vedere raccontata la storia della nostra nazione senza silenzi e distorsioni”.
Ora, per par condicio, mi piacerebbe pensare che al più presto venga organizzata e ospitata nel Palazzo di Città una mostra che documenti anche tutte le stragi tipo quella di Brescia, quando durante una manifestazione antifascista, un’esposione provoco’ morti e feriti. O forse non se ne farà nulla perchè per documentare tutte le stragi di medesima matrice avvenute in quegli anni la sede del comune sarebbe troppo piccola.
Sulla stampa aquilana nulla, se non la comunicazione dell’evento e l’elenco delle organizzazioni che giustamente dissentono.
E i giornalisti la vogliono fare qualche considerazione, o e’ chiedere troppo? Magari contribuirebbe, alla possibilità che la gente riesca a farsi un’idea precisa sulla situazione reale. Perchè, di questo passo, la città non va da nessuna parte, molto per colpa di chi l’ha amministrata negli anni passati ed altrettanto per quello che il presente lascia presagire per il futuro.
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