L’Aquila – Nuovo sindaco, nuova politica?
Di Giampaolo Ceci (Direttore del Centro Studi Edili di Foligno)
Dalle lezioni aquilane è scaturito un cambiamento in larga parte imprevisto.
Sono cambiate le maggioranze. Chi siede all’opposizione e criticava aspramente ogni decisione presa del governo della città ora, si trova a dover dimostrare che se si fosse fatto come diceva lui tutto, sarebbe stato meglio.
Ora staremo a vedere quale mutamento ci sarà; come tutto marcerà diversamente, cosa cambierà in meglio o cosa in peggio, o meglio: se cambierà qualche cosa!
Il neo eletto sindaco non ha molto tempo per fornire alla città un’immagine di efficienza e operatività.
Non c’è tempo da perdere. Il dott. Biondi sa benissimo che la città è spaccata in due, più della metà egli aquilani non l’ha votato e attende di valutare le sue decisioni. Non tutti gli sono amici. Anzi, sa bene, che una gran parte degli Aquilani sta “gufando” per poter dire: ” avete visto? Promettevano mai e monti e invece non hanno combinato niente neppure loro” con grande soddisfazione dei “populisti che ritengono che l’inefficienza amministrativa sia indissolubilmente legata a chi fa politica di professione.
Vero è che per il neo sindaco si è aperta una finestra (di due o tre mesi al massimo) nella quale tutto gli è permesso, prima di trarre le prime conclusioni.
In questo breve lasso di tempo, potrà cementare la sua immagine di giovane e attivo amministratore locale o quella del solito politico che parla bene, ma poi all’atto pratico, si rivela incapace di tutto.
Il compito non è facile, perché dietro all’immagine del sindaco ci sono pur sempre altri partiti che vogliono legittimamente portare avanti i loro interessi di partito e di clan locale.
Le politiche locali si decidono a Roma, concordandole con quelle più ampie a livello nazionale. Sono certo che la giunta di questo sia ben consapevole.
Non dimentichiamo che un’immagine di efficienza si tramuta in voti… le elezioni politiche sono vicine, sbagliare ora sarebbe un’occasione sprecata. I Romani sono consapevoli e intelligenti… se gli si chiede collaborazione, aiuteranno gli Aquilani.
La nuova politica quindi è il fulcro di tutto. E’ terminato il periodo delle critiche, ora bisogna agire! Anche se dare una buona amministrazione alla città e velocizzare intelligentemente i processi ricostruttivi non è cosa facile.
Torna prepotente a farsi sentire una vecchia questione, mai risolta compiutamente: qual è il piano di sviluppo per la città e i comuni del cratere? Quale la funzione delle componenti sociali e dell’Università nella realizzazione di questo piano che non c’è? L’aquila e il suo territorio come luoghi di turismo storico /religioso? Città enogastronomica per le sue numerose e caratteristiche tratto del centro che offrono menù della tradizione abruzzese a base di zafferano e carne di pecora? L’aquila città accogliente per gli escursionisti locali e Romani che vogliano fare escursioni d’estate e sciare d’inverno sulle piste del Gran Sasso? Città accogliente per i giovani universitari del Centro Italia, o dello Zambia? Tutto assieme in un mix coordinato? La sola ricostruzione delle case su cui s’incentra ora la spesa statale è la ricetta lungimirante per creare lo sviluppo socio economico delle zone terremotate? O le case ricostruite e consolidate senza una precisa finalità di sviluppo resteranno desolatamente vuote?
Se la scelta delle linee strategiche per la rinascita economica e sociale della Città è difficile, ancor di più lo è scegliere gli Uomini che le sappiano tradurle in pratica.
E poi c’é la gente di qui, che nutre fiducia nella nuova gestione; vuole segnali immediati che qualche cosa sta cambiando, anche se nella sostanza non cambiasse nulla. C’é bisogno di ricostruire la fiducia in chi comanda!
Qualche testa nella macchina dell’organizzazione del terremoto va spostata o tagliata!E’indispensabile per lanciare il segnale di cambiamento! È strategico. Mi dispiace per i malcapitati. Ma, il segnale che deve arrivare alla gente deve essere preciso e tempestivo: “attenzione ora si fa sul serio!”
Difficile del resto guidare una struttura con dirigenti legati alla vecchia gestione che remassero contro.
Come si vede, un compito difficile per la nuova giunta di governo della città, che non consente di andare in vacanza.
Speriamo che l’Aquila e i suo nuovi riferimenti politici sappiano fare ciò che serve, addolcendo la conflittualità che ha caratterizzato la gestione Cialente.
Per noi, poveri opinionisti, il compito è molto più facile, basta aspettare.
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