Bufale che odorano (?) di incenso: San Massimo, da otto anni fedeli senza duomo
LONTANO DA PRETI E POLITICA, L’ENI IMPIEGHA SOLO DLUE ANNI PER RIDARE COLLENAGGIO AGLI AQUILANI -
L’Aquila – Andiamo avanti, come promesso, nel nostro allucinante viaggio tra le grandi bufale della ricostruzione: bufale che non hanno mai interessato i candidati sindaci, che tutti hanno taciuto, impegnatissimi a parlare d’altro. Invece, a otto anni dalla distruzione , e tra un’inchiesta e l’altra, le bufale appaiono enormi.
I fedeli aquilani non hanno un duomo. San Massimo è ridotta ad un rudere . Il ripristino vale almeno una quindicina di milioni. E per questo è fermo, dietro una cortina di silenzio impenetrabile. Non parla la Curia, non parla il Comune, non parlano i soloni delle belle arti, non parlano i costruttori e gli impresari. E neppure i fedeli. Non parlano i partiti, quelli di opposizione hanno le bocche cucite ormai su tutto. La città è come anestetizzata: non percepisce i dolori , le ferite che la politica ottusa e disonesta le infligge. Ma neppure la Chiesa – avvezza a celebrazioni e sproloqui retorici – trova necessario pronunciarsi. Sovranamente assente e lontana dalla realtà la cosiddetta cultura.
Trovano tutto normale, evidentemente, anche i politici che compaiono tutti i giorni sui mass media, generosi df autocelebrazioni ed esaltazioni di se stessi.
Lontano da preti e politici, l’ENI sta invece completando in due anni i lavori per ridare Collemaggio alla collettività . Tutto procede, ad agosto ci sarà parecchio da vedere. E non sarà roba da poco.
Bufale non ne pescolano nei prati dell’ente petrolifero.
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