Rapagnà: “Chiodi,Cialente Ater, dimissioni”
L’Aquila – Pio Rapagnà scrive che il Mia Casa d’Abruzzo chiede “le “immediate dimissioni”, e la sostituzione, del Commissario delegato alla ricostruzione Gianni Chiodi, del Vice-Commissario delegato Massimo Cialente, del Commissario e del Direttore dell’ATER dell’Aquila: per non avere saputo, singolarmente e collegialmente, (o, forse, non avere voluto o potuto) avviare la “ricostruzione leggera” degli alloggi pubblici di propretà dell’ATER e del Comune dell’Aquila, nei tempi e nei modi stabiliti dal “Decreto-Legge Abruzzo” e dalle “Ordinanze attuative” della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
“Per questa “incapacità amministrativa” – prosegue Rapagnà – è impedito ancora oggi il ritorno a casa di circa 2.800 nuclei familiari di Inquilini ATER e del Comune dell’Aquila le cui abitazioni sono state classificate A, B e C e per la riparazione delle quali, con Ordinanza del 15 agosto 2009 n. 3803 a firma del del Presidente del Consiglio dei Ministri, si rendevano subito utilizzabili 150 milioni di euro.
Per la realizzazione, in termini di somma urgenza, dei necessari interventi di ricostruzione o di riparazione degli immobili di proprietà dell’ATER Regionale (ATER) il Commissario delegato – Presidente della regione Abruzzo, sin dal 15 agosto 2009 poteva avvalersi in qualità di “soggetto attuatore” anche dell’ATER. Per l’attuazione delle attività di “ricostruzione e riparazione” il “soggetto attuatore” avrebbe dovuto presentare un apposito Piano da sottoporre alla preventiva approvazione del Commissario delegato. Gli stessi assegnatari che avevano già riscattato o acquistato gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica potevano affidarne la riparazione o la ricostruzione proprio all’ATER, la quale avrebbe dovuto “provvedere” in qualità di Amministratore di condominio sulla base delle Ordinanze di protezione civile adottate.
Il Presidente della Regione Abruzzo ed il Sindaco dell’Aquila in qualità di Commissario e Vice-Commissario alla ricostruzione, il Commissario straordinario e il Direttore dell’ATER, pur responsabili “in solido” della ricostruzione, riparazione, consolidamento e messa in sicurezza del patrimonio abitativo ad essi affidato, si “arrampicano sugli specchi” nel tentativo di “giustificare” i motivi per i quali dopo 10 mesi dal terremoto nemmeno la cosiddetta “ricostruzione leggera” è stata avviata.
L’assenza di ogni e qualsiasi “intervento” è dimostrata proprio dai “gravità ed entità” dei danni riscontrati sugli alloggi pubblici a seguito della “verifica” effettuata direttamente dall’ATER dell’Aquila e che lo stesso Commissario straordinario ha consegnato il 15 ottobre 2009 alla 2^ Commissione Permanente del Consiglio regionale senza che, nei successivi 4 mesi ormai trascorsi, nessuno facesse alcunchè di concreto per “incardinare e avviare la ricostruzione”.
Eppure i dati “ufficiali”, pur rettificando quelli della Protezione Civile, parlavano di 1.116 unità immobiliari in assegnazione di cui 196 classificate A – agibili; 28 classificate B – temporaneamente inagibili; 11 classificate C – parzialmente inagibili; 666 classificate E – totalmente inagibili ed 8 classificate F – inagibili per rischio esterno.
Lo stesso Commissario ATER comunicava contestualmente che delle 827 unità immobiliari assegnati in proprietà ed a riscatto, 66 classificate A; 165 classificate B; 5 unità classificate C; 583 unità classificate E; 8 unità classificate F.
Nel frattempo, al 19 febbraio 2010, la popolazione assistita è di 37.638 unità, con una situazione alloggiativa distribuita su tutto il territorio regionale rispettivamente, 5.636 in strutture ricettive nelle quattro province e fuori regione, 1.021 in strutture di permanenza temporanea dell’Aquila (Caserma Guardia di Finanza e Campomizi), 1.213 in appartamenti privati nel circuito di assistenza nelle province di Chieti, Pescara, Teramo e fuori regione, 2.107 in affitto e 27.596 in sistemazione autonoma a L’Aquila”.
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