Mummie di Navelli, sparite nel silenzio generale


L’Aquila – A Navelli nessuno ne sa nulla, chi si stringe nelle spalle, chi addirittura non ne ha mai sentito neppure parlare. Invece quello del rinvenimento di circa 200 mummie – una cinquantina di bambini – sotto la chiesa di San Sebastiano circa vent’anni fa, fu un fatto rilevante. Risalivano all’Ottocento, prima del decreto francese sulle sepolture fuori di centri abitati. Forse un’epidemia a che decimò la popolazione.
Arrivarono studiosi ed esperti, si fecero ricerche, furono usati anche degli studenti universitari. Non ne venne fuori un bel nulla, anzi l’unico risultato ,egli anni, è stata la… sepoltura dell’argomento. Bocche cucite, autorità assenti, risultati delle ricerche, se ve ne furono, accuratamente occultati.
Ciò che interessava di più gli esperti era il processo di mummificazione naturale subito dai corpi, a causa della natura del terreno capace di asciugare rapidamente ogni traccia di umidità dai resti.
A Frentillo, presso Terni, ci ha raccontato Roberto Giacobbo, furono trovate mummie in analoghe condizioni e circostanze. E’ sorto un centro studi, c’è un museo visitabile: il piccolo centro ha saputo trarre dei vantaggi. Evidentemente hanno agito delle persone molto più abili e intelligenti. Oggi il luogo si visita ed è tra i più cliccati su Internet.
Da noi le mummie di Navelli (ma ne sono state trovate anche altrove, molto numerose, in Abruzzo) sono semplicemente sparite come ne è sparito il ricordo. Forse i sindaci di Navelli avrebbero dovuto essere più vigili, dando al loro paese un richiamo di sicuro valore culturale e turistico.
Non lo hanno fatto.


23 Luglio 2017

Categoria : Storia & Cultura
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