Le bufale ereditate dal sindaco Biondi
L’Aquila – La città da ricostruire, specie per i progetti più costosi, è una gravosa collana di bufale appesa al collo del sindaco Biondi. Bufale che contano ormai otto anni, costruite su bugie, pomposi annunci reiterati senza ritegno da amministratori ormai cestinati. Ne parleremo, da oggi, cercando il bandolo della matassa. Ma senza molte speranze di trovarlo.
Una delle bufale più vistose è il viadotto di Belevedere, percorso stradale nodale per la mobilità in centro. Chi ha memoria, e noi l’abbiamo, ricorda lunghissimi tempi di attesa nel silenzio più tombale, poi logorroiche e spudorate diatribe sull’amletico dubbio: demolirlo o rimetterlo in sesto?
In seguito altri silenzi, altre vacue chiacchiere o buone intenzioni sciorinate come pannolini al Sole. Infine, come è tuttora, ancora silenzi e attesa dei cittadini che ricordano le atmosfere del deserto dei Tartari.
Il risultato è zero. Il viadotto è lì al suo posto, desolato e abbandonato a corpose erbacce e transenne abbattute da anni. Vistosa bufala, non c’è che dire. Da otto interminabili anni dall’aprile della fine dell’altra vita.
Dal viadotto morto, quasi si scorge il luogo di coltura di un’altra bufala, quella mai nata se non nelle sfrontate vanterie dei politici del PD aquilano spalleggiati da D’Alfonso: il ponte sulla Mausonia. In questo caso, come si dice al gioco del sdette e mezzo, si balla: dopo cascate di bugie, argomento cancellato. Tutto azzerato ma senza sforzo: era zero in partenza. Goffo e infingardo strumento di propaganda elettorale. Si sa poi come è finita.
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