Il sisma aquilano attira giapponesi e americani


bitalia-alba-6-apr-092L’Aquila – Una grande soddisfazione certo non è, ma il fenomeno sismico nell’Aquilano è diventato materia di studio a livello internazionale: arrivano esperti e scienziati da Giappone e California, posti in cui il terremoto è di casa da sempre. Sono nella zona esperti, tecnici e ingegneri giunti dai due angoli della Terra, per studiare gli effetti del terremoto: dai danni ad edifici e monumenti a ciò che sta accadendo sotto la crosta terrestre, più o meno alla profondità media di 10 km. Ciò che attira gli scienziati giapponesi e americani è la particolare conformazione del sottosuolo, del resto non ignota, a quanto è stato prima ricordato dalla stampa, e poi confermato: ci fu uno studio commissionato dal Servizio Sismico Nazionale.
Valutata la natura geologica del suolo, non si possono ancora trarre conclusioni. E’ ancora presto per trarne . Tuttavia gli scienziati stranieri, provenienti da Tokio e S.Francisco, hanno acquisito una serie di dati da valutare. Dell’importanza della componente geologica si occupava, come ricordavamo ieri sera, anche un rapporto tecnico, datato dicembre 1995, del Servizio Sismico Nazionale, nel quale si metteva in rilievo che la diversa risposta, dipende dal sottosuolo.

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Lo studio discende dai dati, in occasione di una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 del 2 giugno 1994 nell’Aquilano: sette stazioni lungo la faglia interessata dal sisma del 6 aprile 2009, quella che passa per l’agglomerato urbano di Pettino. Servono a valutare la capacità di trasmissione delle onde sismiche, la loro possibile amplificazione. Esse si verificano in terreni costituiti da depositi e, soprattutto, che esso “varia in modo significativo, a distanze anche di poche centinaia di metri, in rapporto al variare delle condizioni geologiche e geometriche”. Che valutazione è stata data ai risultati di tali ricerche? Se n’è mai tenuto conto? Chi e dove ha chiuso occhi e orecchie, facendo finta di nulla? Oggi, di fronte a 300 morti e uno sfacelo che ha devastato un’intera area urbana molto estesa, con circa 100.000 abitanti oggi impauriti e stravolti, fuggiti o attendati, questi interrogativi hanno un gran peso. Ma, per ora, nessuno risponde. Le orecchie da mercante restano tali. Difficilmente sarà possibile far finta di nulla.


19 Aprile 2009

Categoria : Cronaca
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