Aeroporto : Foschi, stipendi dipendenti a rischio
Pescara – “La Saga non ha piu’ soldi liquidi in cassa e probabilmente riuscira’ a pagare gli stipendi solo fino ad agosto, senza poter versare la quattordicesima al proprio personale”. A lanciare l’allarme e’ Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’. “La Regione Abruzzo – sostiene Foschi in una nota – non ha ancora approvato la delibera di rifinanziamento, ci sono crediti che la Saga non riesce a riscuotere, crediti comunque compensati dai debiti che la societa’ deve a Inps e altri enti. E’ la realta’ nuda e cruda venuta fuori stamane nel corso di una riunione convocata d’urgenza dalla governance della societa’ di gestione dei servizi a terra con i sindacati, una riunione che ha svelato una realta’ che purtroppo sospettavamo e che avevamo prospettato gia’ da diversi mesi”. “Da due anni – aggiunge – continuiamo a denunciare le difficolta’ in cui versa la Saga, e lo stesso scalo. Dopo i proclami dei giorni scorsi, appena oggi e’ venuto fuori il primo dato reale circa i flussi nell’aeroporto di Pescara: secondo Assoaeroporti lo scalo abruzzese ha registrato un calo del 5,1 per cento, non decolla e anzi perde numeri. Per mesi la governance di Saga ha smentito tale realta’, ha sfornato cifre a oggi infondate, cercando di nascondere tutte le pecche della struttura, da un aereo Alitalia bloccato in pista per una gomma bucata alla pavimentazione della pista che continua a scoppiare sino ai black out che bloccano lo scalo stesso”. Foschi chiede chiarezza, le dimissioni della governance Saga e il commissariamento della societa’ “prima che la situazione diventi irrimediabilmente irrecuperabile e si avvii all’inesorabile fallimento, un percorso purtroppo avviato con il declassamento dello scalo gia’ disposto dall’Enav nelle scorse settimane”. Infine pone la questione della salvaguardia dei posti di lavoro: “A questo punto – conclude – vogliamo capire cosa intende fare la Regione per tutelare posti di lavoro e diritti dei dipendenti Saga, ma anche i servizi rivolti all’utenza, visto che a oggi non sono da escludere neanche scioperi e proteste”.
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