Marte, pianeta anche abruzzese
Chieti – (di G.Col.) – Marte, se e quando sarà visitato dall’uomo (forse nel 2035 prima vera spedizione, sei mesi di viaggio lungo milioni di chilometri di sistema solare), sarà anche un po’ abruzzese, per merito della Scuola di planetologia dell’Università d’Annunzio di Chieti. Parola di scienziato, il prof. Gabriele Ori. E’ lui, con i suoi valenti collaboratori, che si occupa di Marte dalle nostre parti, in vista di una missione spaziale europea e americana: una sonda particolarmente dotata che dovrebbe incamminarsi, precedendo l’arrivo dell’uomo, nell’anno ormai non lontanissimo 2018. Alla d’Annunzio si occupano, in particolare, dell’utilizzo scientifico dei rovers, quelle macchinette arrampicatrici, inarrestabili suv planetari, usati già in passato per esplorare mondi alieni. La macchinetta si usa per ricerche di natura geologica, chimica, fisica. Marte non è più soltanto il “pianeta rosso” dei vecchi libri e film di fantascienza. Tutto da riscrivere, perché di quel mondo sappiamo ora cose davvero inaspettate solo pochi anni fa: per esempio che ci sono metano e ghiaccio, come dire acqua. Premesse, alla lunga, anche per presenza vitale. Magari non omini verdi, ma chi sa in quale forma.
Marte presenta anche alcuni enigmi molto affascinanti, come il famoso “volto” e le altrettanto famose “piramidi”, che sembrano simili nella posizione alle tre egiziane più famose, oppure se vogliamo lasciare briglia sciolta alla fantasia (ma non troppo) anche alle tre stelle della “cintura” della costellazione di Orione.
Tutto questo, e anche molto di più, chiariranno le spedizioni delle quali si occupano anche gli scienziati della D’Annunzio. Bello saperlo, peccato che ci sia capitato per puro caso… Se la scienza fosse un po’ più aperta al… volgo, forse sarebbe anche più amata.
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