Estate e colopri a Palazzo d’Avalos
Vasto – Palazzo d’Avalos, simbolo della città di Vasto, domina il paesaggio con la sua maestosità e il suo splendido giardino napoletano. È uno dei più significativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese della seconda metà del Cinquecento. Sorto su preesistenze romane e altomedievali, ha inglobato i resti dell’edificio quattrocentesco costruito dai Caldora, poi dall’inizio del XVI secolo è stato residenza della nobile famiglia spagnola dei d’Avalos. Durante i tre secoli della loro signoria, fino all’occupazione francese, il palazzo assunse l’aspetto di una reggia. Vanta uno spettacolare giardino napoletano, rivolto verso il mare, riportato all’antico splendore da un restauro che gli ha restituito l’originale impianto tardo settecentesco.
Oggi il maestoso edificio ospita al suo interno i Musei Civici articolati in varie sezioni mentre il Quarto della Marchesa, l’ala del palazzo il cui restauro è stato recentemente ultimato, è dedicato alle mostre temporanee.
Il Museo Archeologico conserva reperti che testimoniano fasi storiche dall’Età del Ferro al periodo frentano (dal IX al III secolo a. C.), dalla fondazione e sviluppo della città romana di Histonium fino all’Altomedioevo. Tra i pezzi più significativi il raro sarcofago bisomo di Publio Paquio Scaeva e una lastra di bronzo in lingua osca.
Attualmente le sale del museo Archeologico ospitano l’esposizione della collezione di lastre di rame incise da Nicola Tiberi, studioso vastese dell’Ottocento. Esponente dell’Arcadia, Tiberi ha riprodotto reperti archeologici della sua collezione privata, in parte tuttora visibili nelle sale del museo. Le lastre hanno un alto valore documentario e in linea col gusto arcadico mostrano reperti immersi all’interno di scenari bucolici, con rovine e uomini che emergono malinconicamente sullo sfondo.
Al piano nobile si trova la Pinacoteca con la ricca e preziosa Collezione Palizzi. Si tratta delle opere dei quattro fratelli artisti, originari di Vasto e fondamentale punto di riferimento per la pittura italiana dell’Ottocento. La raccolta comprende il nucleo di opere donate da Filippo Palizzi nel 1898. All’interno del percorso espositivo, articolato in cinque sale, si ammirano capolavori come “I Pastorelli”, “’Il Muletto”, “Olanda”. Interessanti anche le singolari acqueforti che illustrano gli usi e costumi della Napoli ottocentesca, le maioliche dipinte e gli strumenti da lavoro originali di Filippo.
Attraversando le sale con oggetti e arredi appartenuti alla famiglia d’Avalos, si giunge alla terrazza con vista mozzafiato sul golfo e alla Sala delle Selle, con un suggestivo allestimento di quattro selle da parata del 1600 appartenute ai marchesi. In una grande vetrina, a fare da sfondo alle selle, si può ammirare una riproduzione su vetro di alcuni particolari degli arazzi della Battaglia di Pavia (1525) conservati presso il Museo di Capodimonte a Napoli, le scene qui riprodotte esaltano la partecipazione alla battaglia dei Marchesi d’Avalos di Vasto e Pescara.
Sullo stesso piano, ma dal lato opposto, si trovano gli ambienti dedicati alle esposizioni temporanee. Attualmente è in corso la mostra Juan del Prete. Libertà e sperimentazione che rende omaggio, a trent’anni dalla morte, a un vastese protagonista indiscusso dell’arte contemporanea in Argentina. Sono esposte le opere della donazione del 1977 che coprono un arco temporale dagli anni ’20 agli anni ’70 e che mostrano la costante e irrinunciabile sperimentazione da parte dell’artista di tecniche e materiali.
Altra sezione museale è quella di arte contemporanea che riunisce le due collezioni Mediterrania e Segni d’Arte. La prima è frutto della donazione Paglione-Olivares alla città di Vasto di ottanta opere di quattro artisti italiani (Bonichi, Carmassi, De Stefano, Falconi) e di quattro artisti spagnoli (Mensa, Orellana, Ortega, Quetglas) che pur nella loro diversità testimoniano l’appartenenza ad uno stesso ambito geografico e culturale. La seconda riunisce le opere non figurative a firma di artisti diversi, raccolte da collezionisti locali.
Negli ambienti del sottotetto si trova il Museo del Costume creato su iniziativa del Lions Club Adriatica “Vittoria Colonna” L’esposizione di abiti e corredi dell’800 e del primo ‘900 di famiglie vastesi contribuisce alla costituzione di una singolare raccolta che illustra lo stile e il folklore locale. In parallelo, gli acquerelli dell’artista genovese Pier Canosa mostrano abiti e costumi tradizionali abruzzesi.
Tante le iniziative promosse dai Musei Civici per l’estate vastese e anche quest’anno si rinnova la collaborazione con il FAI – Delegazione di Vasto con cinque appuntamenti imperdibili che propongono un itinerario alla scoperta delle evidenze archeologiche del centro storico di Vasto, per approfondire la conoscenza sugli usi e costumi di Histonium.
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