Terremoti: da Ingv-Cnr-Sapienza ricerca per scovare faglie marine
Molti sono sempre stati convinti che ” !il terremoto al mare non avviene, è roba di montagna”. E’ solo superficialità , ma soprattutto – diciamolo – disinformazione e ignoranza. Purtroppo non è vero. Per ribadirla basterebbe ricordare la serie di scosse sismiche da almeno un anno ad oggi nel mare Adriatico. Alcune anche di notevole magnitudine. E la scienza, finalmente, si dà una mossa.
Con i nuovi dati, non solo sara’ possibile individuare e definire le faglie potenzialmente origine di terremoti e tsunami catastrofici, ma anche raccogliere informazioni per lo studio di fenomeni precursori dei terremoti, come ad esempio anomalie nelle modalita’ del degassamento dai fondali marini, al fine di esplorare la prevedibilita’ dei terremoti. I due moduli geochimici di fondo mare sono stati installati proprio per quest’ultima finalita’. Non e’ una novita’ che quelle marine sono state aree dove si sono originati importanti terremoti e maremoti nel corso degli ultimi secoli e che hanno provocato morte e distruzione. Basti pensare – per restare in Italia – alla regione dello Stretto di Messina e al vicino Mar Ionio. Tra gli eventi sismici catastrofici si ricordano infatti quelli del 1908 (Messina e Reggio Calabria) e, piu’ indietro nel tempo, 1905 (Calabria meridionale), 1783 (Calabria meridionale), 1693 (Val di Noto), 1169 (Sicilia orientale) e 362 d.C. (Sicilia orientale e Calabria meridionale). Solo nel 1908 le vittime furono piu’ di 80.000. Le strutture sismo-tettoniche e morfologiche da cui hanno avuto origine i terremoti e i maremoti sono ancora totalmente o parzialmente sconosciute.
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