Futuri sindaci, il nemico è la sfiducia


Chi sarà sindaco e chi no, e cosa accadrà nei ballottaggi anche nei comuni abruzzesi più popolosi, poco importa. La gente spesso risponde così, mettendo a nudo prima di tutto la sfiducia. Che è il vero nemico di chi vincerà le elezioni. Anche vincerà in qualche città un galantuomo: difficile crederlo, ma ne esistono.
Sfiducia che, nelle comunità urbane, nasce dalle lampadine non sostituite, dai rifiuti accumulati, dai tempi smisurati di ogni lavoro o lavoretto, dalla trascuratezza e dall’inefficienza. La gente chiede solo normalità, rimpiange la politica della fontanelle, il sindaco che sente le persone. In fondo, se a Roma la Raggi stra affondando, è soprattutto per i rifiuti e le buche stradali.
Sconfiggere la sfiducia, impegno importante. Ma non ne ha parlato neppure un candidato. Sproloqui, massimi sistemi, paroloni, promesse, sparate ambiziose. E, dopo, immancabili fallimenti. Speriamo, forse illusi, che non sia ancora così domani.

PENSIERINO – Da un balconcino esposto ad est, guardiamo alle 4 e mezza baluginare l’aurora. Non capita spesso ammirarla. L’alba è meno bella, più retorica. L’aurora conserva speranze e promesse ancora nascoste. O fregature, come quasi sempre. Ma è bella.



10 Giugno 2017

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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