La cura delle infiammazioni croniche


NUOVO APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE -

L’Aquila – Si manifesta con ascessi, fistole e cicatrici su ascelle, inguine, genitali e glutei, provoca fuoriuscita di materiale maleodorante, costringe a continue medicazioni e interventi chirurgici e rende la vita del paziente un calvario: si tratta dell’idrosadenite suppurativa, malattia rara per la quale all’Aquila verrà istituito un team di specialisti ad hoc. E’ un approccio nuovo, imperniato su professionalità medica, organizzazione e procedure definite. Oggi in Regione, proprio per la mancanza di centri di riferimento, lamentata anche dell’associazione dei pazienti affetti da questa patologia, il malato si rivolge di volta in volta ai diversi specialisti che lavorano tra loro senza raccordo per mancanza di una ‘cabina di regia’. In questo modo il paziente entra ed esce di continuo dall’ospedale, con ritardi nella diagnosi e nella cura della malattia, trascinandosi la patologia tra difficoltà e vergogna, con un forte impatto sulla vita di relazione e sul lavoro.
L’intento, all’ospedale di L’Aquila, è dare corso a una nuova concezione medica nell’affrontare questa malattia infiammatoria cronica, con l’ obiettivo di costituire un pool composto da diversi professionisti che prenderanno in carico il malato in modo sinergico, coordinato e organizzato. Il 14 giugno, infatti, al San Salvatore, si terrà un incontro, dal titolo: ‘La gestione multidisciplinare intraospedaliera del paziente con HS (idrosadenite suppurativa)’ che farà da preludio alla nascita di un team di specialisti dedicato alla patologia. Il confronto tra gli esponenti delle diverse branche, in programma dalle ore 14.00 nella sala Dal Brollo dell’ospedale, metterà insieme competenze ed esperienze di dermatologi, chirurghi, infettovologi e gastroenterologi, in modo da saldarle insieme per allestire un nuovo team multidisciplinare. Al meeting, promosso dalla prof.ssa Maria Concetta Fargnoli, direttore della dermatologia generale ed oncologica dell’ospedale di L’Aquila, parteciperanno il direttore del reparto di gastroenterologia, prof. Giuseppe Frieri, l’infettivologo dr. Maurizio Mariani, il chirurgo dr. Marco Clementi, la specialista delle medicazioni avanzate dr.ssa Anna Rughetti, e, per l’inquadramento clinico, la dr.ssa Valeria Ciciarelli.
“Recentemente”, dichiara la prof.ssa Fargnoli, “per il trattamento dell’idrosadenite suppurativa, è stato approvato un farmaco biologico, usato finora per altre malattie, che è efficace nella cura. Tuttavia, per mettere a punto una valida terapia è indispensabile la diagnosi precoce in modo da evitare, come accade spesso, che le lesioni si cicatrizzino. Attualmente seguiamo pochi pazienti ma la bassa incidenza della malattia è legata anche al fatto che, soprattutto nella fase iniziale, le lesioni non vengono correttamente inquadrate e vengono scambiate per altre patologie. La nuova impostazione, all’insegna dell’azione multidisciplinare”, conclude la Fargnoli, “assume una valenza decisiva e ha vantaggi importanti per il paziente, con la possibilità di individuare subito la diagnosi e somministrare la terapia adatta, contenendo il progredire della patologia e migliorando la qualità della vita del paziente”


08 Giugno 2017

Categoria : Salute & Benessere
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