La vergogna della carta valanghe


A quanto si legge è dal 1993 che doveva esserci una aggiornata carta dei territori a rischio valanghe in Abruzzo. Ci sono voluti i 29 morti di Rigopiano per riesumare l’argomento, nel tentativo per ora solo giornalistico – ugualmente meritevole , ma insufficiente – di delineare delle responsabilità. O delle omissioni pesanti come uranio. E’ verosimile supporre che non si caverà un ragno dal buco, e che la cortina di silenzi e misteri sia l’ennesimo muro di gomma. Vergognoso.
L’inchiesta su Rigopiano pare annaspare, il tempo passa, e più rimesti, più si levano miasmi. Il solito pauroso groviglio di ritardi, intoppi burocratici, scartoffie sepolte in cassetti, meandri stomachevoli di una macchina politico-amministrativa che dà i brividi. Qualcuno ha paura di scoprire che Rigopiano non doveva esserci. Di sicuro, a non esserci più sono i 29 morti.

PENSIERINO- Guardo insetti e moscerini svolazzare febbrili presso la siepe di pitosforo. Cadono poche gocce di pioggia tiepida. Una goccia centra una farfallina e la distrugge. Muore senza aver mai saputo di essere viva. Dopo un secondo, è come se non fosse mai esistita per il resto del mondo. Smette di piovere.



02 Giugno 2017

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.