La vergogna della carta valanghe
A quanto si legge è dal 1993 che doveva esserci una aggiornata carta dei territori a rischio valanghe in Abruzzo. Ci sono voluti i 29 morti di Rigopiano per riesumare l’argomento, nel tentativo per ora solo giornalistico – ugualmente meritevole , ma insufficiente – di delineare delle responsabilità . O delle omissioni pesanti come uranio. E’ verosimile supporre che non si caverà un ragno dal buco, e che la cortina di silenzi e misteri sia l’ennesimo muro di gomma. Vergognoso.
L’inchiesta su Rigopiano pare annaspare, il tempo passa, e più rimesti, più si levano miasmi. Il solito pauroso groviglio di ritardi, intoppi burocratici, scartoffie sepolte in cassetti, meandri stomachevoli di una macchina politico-amministrativa che dà i brividi. Qualcuno ha paura di scoprire che Rigopiano non doveva esserci. Di sicuro, a non esserci più sono i 29 morti.
PENSIERINO- Guardo insetti e moscerini svolazzare febbrili presso la siepe di pitosforo. Cadono poche gocce di pioggia tiepida. Una goccia centra una farfallina e la distrugge. Muore senza aver mai saputo di essere viva. Dopo un secondo, è come se non fosse mai esistita per il resto del mondo. Smette di piovere.
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