Chiarezza sulla Centrale del Latte di Bazzano


A chiederla Dino Rossi, candidato consigliere comunale nella lista di Casapound Italia alle prossime Amministrative aquilane.

Riceviamo: ” La struttura, che il 28 giugno prossimo andrà all’asta (offerta base da 756mila euro) a causa di una liquidazione amministrativa coatta, è ad oggi affittata e gestita dalla Grifo Latte di Perugia; azienda già insediata nel territorio aquilano dall’immediato post sisma 2009, quando, con un esborso di 35 mila euro ha acquistato il marchio “Centrale del Latte di L’Aquila”. Marchio importante per il territorio che vantava un fatturato ante-sisma di circa 4 milioni di euro all’anno. L’insediamento della Grifo Latte, seppure considerato inizialmente dagli imprenditori locali un atto di solidarietà mirato al rilancio produttivo del territorio aquilano, si è rivelato successivamente per quello che è sempre stato: una pugnalata alle spalle agli imprenditori locali nonché una strategia di marketing e logistica per arrivare nel mercato capitolino; non a caso gli allevatori locali si sono visti rifiutare il conferimento del latte prodotto dalle proprie aziende e sono stati quindi costretti a “svendere” il proprio prodotto a un’altra azienda molisana con ingenti danni ai fatturati delle piccole imprese agricole del territorio aquilano e con la grande beffa al consumatore finale che crede di bere del buon latte aquilano e di aiutare la propria terra acquistando a km 0 e si ritrova di fatto sulla tavola un prodotto che non ha nessuna di queste caratteristiche. Altro aspetto da sottolineare, è quello che riguarda l’erogazione di un contributo di un milione e seicentomila euro dai fondi post-sisma che dovevano essere investiti per la riqualificazione dell’azienda con l’implementazione della linea operativa, soldi a quanto pare spesi per opere edili non strutturali. L’ulteriore aspetto beffardo di tutta la questione è che i soci fondatori della Centrale del Latte di L’Aquila aspettano ancora i proventi del latte conferito quasi un decennio fa e senza più l’unico canale di vendita che li tutelava quale la Centrale del Latte di L’Aquila che, seppure in deficit, commercializzava latte aquilano tutelando quindi le piccole realtà agricole del comprensorio. Dopotutto la domanda spontanea che sorge è: in che modo gli assessorati alle attività produttive si sono occupati della faccenda? E in che modo le associazioni di categoria agricole hanno tutelato le proprie aziende? A quanto sembra la situazione è stata palesemente sotto gli occhi di tutti, probabilmente una patata bollente che tutti hanno visto ma nessuno ha avuto il coraggio di avvicinare tanto meno le Associazioni di categoria con sede nel territorio quali Coldiretti e CIA, le quali sedevano nei tavoli del Consiglio d’Amministrazione e conoscevano quindi le criticità e magari hanno deciso di agevolare l’insediamento della Grifo Latte presieduta da un noto esponente Coldiretti.


01 Giugno 2017

Categoria : Cronaca
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