Il sindaco che passò due volte alla storia
L’Aquila – Massimo Cialente, di professione medico pneumologo, ha indossato per 10 anni la gabbana del sindaco, e ora si accomiata. La sua vicenda da primo cittadino cominciò con uno spaventoso incendio a San Giuliano, nel 2007, dove roghi e minacciose colonne di fumo parvero evocare contrade e scorci infernali.
Oggi qualcuno vede in quell’evento desolante per la città i prodromi di una fine imminente, sopraggiunta nel 2009. La luce livida e crudele di un malefizio .
Suggestione e fantasia, oppure verità inesplicabili per chi sceglie la razionalità .
La fine del mandato di Cialente coincide con un momento delicato e spesso drammatico della ricostruzione.
Il sindaco che si accomiata entra, unico a memoria, due volte nella storia. Locale e non solo locale.
La prima volta sta nel suo essere sindaco per 10 anni. Una volta si diceva, ed è ancora vero, che comunque una persona che diventa sindaco dell’Aquila, è di diritto nella storia. Sarà il futuro a giudicare: oggi siamo nella cronaca.
La seconda collocazione nella storia riguarda il 2009 e il terremoto. Il momento più tragico della storia urbana moderna, dal 1703 ad oggi. Da una distruzione all’altra. Si spera anche da una ricostruzione all’altra. Cialente ha vissuto ore drammatiche e cavalcato rischi enormi, spesso più grandi di lui ma anche di chiunque altro. Una notte L’Aquila rischiò di perdere tutti gli uffici pubblici, che Roma aveva deciso di trasferire in gran fretta altrove. La cosa non avvenne grazie soprattutto a Gianni Letta, dopo un febbrile colloquio telefonico. Fu come sopravvivere ad un treno in corsa saltando dai binari un attimo prima.
Questo, ed altro, significa aver svolto un ruolo nella storia.
Oggi non siamo qui a giudicare Cialente sindaco, specie sotto elezioni. Sono compiti che lasciamo ad altri. Così come lasciamo da parte altre vicende del dopo sisma. Non lasciamo da parte invece un’accusa che, tra tante, si può muovere ai primi attori dell’era Cialente. Andarsene senza aver dedicato un parco, un’area, un angolo di raccoglimento ai 309 morti nel terremoto.
L’incompiuta imperdonabile. Storica anche questa.
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