Giuliani insultato? Leggete il suo libro
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Le cronache tornano a riproporre gli insulti – gratuiti, telefonici e grossolani – nei confronti di Giampaolo Giuliani, il tecnico aquilano che si occupa di terremoti, di gas radon, di possibili previsioni dei fenomeni sismici. Un ricercatore onesto, convinto di essere nel giusto, un uomo che crede in ciò che fa e lo fa non per diventare ricco, ma per dare un contributo – che potrebbe rivelarsi storico – al sapere umano. A chi ha insultato Giuliani (che per primi intervistammo e mettemmo in luce, nel 2004, sul settimanale aquilano L’Opinione 2001, anche se nessuno, neppure Giuliani, lo ricorda) consiglieremmo due cose: imparare le buone maniere e leggere il suo libro “L’Aquila 2009, la mia verità sul terremoto”, scritto con Alfredo Fiorani.
Chi si occupa di scienze con umiltà, convinzione e qualche spunto sicuramente valido (a pensarla come Giuliani ci sono anche molti scienziati e studiosi universitari, in Italia e all’estero) non va né emarginato, né incalzato, né tanto meno insultato. Il mondo accademico è sdegnoso, altezzoso, spesso presuntuoso e altrettanto spesso gravemente in errore. Sempre a costi enormi per la collettività.
A dimostrarlo sta l’inchiesta giudiziaria sulla Commissione grandi rischi e sulle sue spocchiose rassicurazioni agli aquilani.
Il libro di Giuliani è scritto bene, scorrevole, di buon contenuto scientifico, ricco di documenti, grafici, tabelle, date, riferimenti e spiegazioni. Giuliani accostando i grafici delle emissioni di radon dal sottosuolo, quelli degli eventi sismici, e una clamorosa immagine da satellite sulle variazioni termiche nell’Italia centrale nelle ore del terremoto, sostiene che c’è una connessione tra sismi e radon, anche se non può stabilire che sia infallibile e soprattutto una previsione sicura al 100×100. Lui stesso scrive: “Un allarme, un allerta alla popolazione aquilana sarebbe stato meglio, anche se si fosse rivelato infondato, di una catastrofe con 307 morti”. Il volume, edito da Castelvecchi Tazebao, è utile come storia sismica, come fonte di dati sui terremoti aquilani nella storia (quanti li conoscono davvero?), e per capire come funzionano i rilevatori di radon. Il linguaggio è scorrevole, chiaro, anche se spesso rigoroso, mai ostico anche per i profani.
Una prova di serietà e di competenza che va assolutamente conosciuta, per rendersi conto una volta per tutte che Giuliani è una persona seria e volenterosa. Può non essere condiviso dai soloni della scienza sismologica (ma dopo L’Aquila, me esistono ancora di appena attendibili?) , ma nessuno aveva e ha il diritto di dileggiare il ricercatore e di ignorarne le sue ragioni e i documenti resi pubblici. Anche alle autorità aquilane, a quanto si apprende.
L’ing. Claudio Panone nel 1988 aveva illustrato alle autorità tutti i rischi delle strutture pubbliche in caso di sisma. Silenzio di tutti.
Il sismologo Giuliano Panza, ricorda Giuliani, sulle previsioni dei terremoti, dice: “Sono almeno quattro i sintomi che possono indicare l’approssimarsi di un forte terremoto in una certa zona: le piccole scosse diventano più frequenti, tendono a raggrupparsi nel tempo, si verificano simultaneamente in aree distanti e, infine, presentano un aumento della propria intensità media”. Sembra di sentir descrivere ciò che è avvenuto a L’Aquila dal gennaio 2009 in avanti. O anche tre secoli prima. Dietro la scienza sismologica delle grandi ricerche e dei grandi stipendi, e dietro le altezzose parate dei soccorsi e delle ricostruzioni, ci sono interessi enormi, carriere, politica riconoscimenti… e inchieste giudiziarie, come quella in atto partita da Firenze. Può un isolato studioso, o peggio un umile ricercatore di nome Giampaolo Giuliani, interferire nella stanza dei bottoni? No, ma può scrivere e raccontare la sua verità. In questo caso sarebbe disonesto non leggerlo.
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