Terremoto L’Aquila: Avvocatura, siamo tenuti ad agire
L’Aquila – “Il discorso dal punto di vista umano e morale ha le sue caratterizzazioni che non discutiamo. Dobbiamo agire come tecnici. Tutto quello che stiamo facendo costituisce attivita’ dovuta, non c’e’ margine di discrezionalita’, siamo tenuti a farlo, se non lo facessimo incorreremmo in gravissime responsabilita’ personali e contabili e saremmo chiamati a rispondere del nostro operato davanti alla Corte dei Conti. Ho sentito molte inesattezze. Non c’e’ alcun potere discrezionale”. Cosi’ l’Avvocatura dello Stato, rappresentata dagli avvocati distrettuali, Filippo Patella e di Gianluigi Diodato, ha chiarito, in una conferenza stampa, la propria posizione in merito al caso (sfociato in proteste da parte delle famiglie delle vittime del terremoto del 2009), delle provvisionali erogate dallo Stato che a seguito della sentenza passata in giudicato in Corte di Cassazione, ne ha chiesto ora la restituzione. Un’iter processuale che ha portato alla condanna del solo Bernardo De Bernardinis (ex vice capo Dipartimento della Protezione civile) tra gli altri sei esperti della Commissione grandi rischi. “In seguito alla sentenza di primo grado – ha detto Patella – ci fu condanna di tutti gli imputati. L’imputazione e’ stata di omicidio colposo plurimo in concorso con riferimento al decesso e al ferimento in determinate situazioni. Il pm esercito’ l’azione perche’ ravviso’ una condotta colposa in capo ad alcuni soggetti per la morte di alcune persone. Si arrivo’ poi alla condanna di primo grado, con il risarcimento del danno e con il pagamento delle provvisionali. Erano 27 vittime e 2 feriti”. Da qui la corresponsione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri (organo che sovraintende la Commissione Grandi Rischi) delle provvisionali stesse.
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