L’Aquila Chiama per la sindaca


L’Aquila – Scrive ‘Aquila Chiama – Carla Cimoroni sindaca: “Che per tornare a vivere il centro storico sia necessario anche riportarci gli uffici pubblici lo diciamo da tempo. Ripristinando e regolando la viabilità, che è attualmente ostaggio della più totale anarchia, e garantendo la possibilità di raggiungere il centro con la mobilità pubblica. Sarebbe stato doveroso cominciare dalla sede unica del Comune, per cui sono fermi da oltre tre anni nelle casse del comune 32 milioni di euro, e che invece l’attuale amministrazione vorrebbe costruire ex novo all’autoparco in zona stazione. Che fine farebbero gli immobili di proprietà pubblica in centro storico, poi, non lo dice nessuno. Nemmeno il cantiere del Palazzo di città è stato ancora avviato: una precisa responsabilità di questa amministrazione che ha fallito totalmente la ricostruzione pubblica. Per noi questa sarà la priorità.
Non ci sono però solo gli uffici del Comune in centro storico. Anche altri Enti a cui è già stato riconosciuto il necessario contributo economico dovrebbero affrettarsi a ripristinare le loro sedi, anche perché nel frattempo corrispondono a privati affitti a fondo perduto.
E’ il caso dell’ARTA, l’Agenzia regionale per l’ambiente, per cui in questi giorni la CGIL lamenta giustamente ritardi nelle procedure legate alla ricostruzione nonostante i fondi siano ormai stanziati e lo stesso Direttore generale, da poco insediato, abbia indicato come prioritario per il suo mandato il re-insediamento nella vecchia sede di Viale Nizza.
E’ noto che i ritardi di questi anni, anche solo nel richiedere i fondi, sono dovuti a un rimpallo tra ARTA (ex Direzione) e Amministrazione Cialente che ha continuato a fare melina rispetto alla ricollocazione negli uffici originari, prospettando in alternativa quelli dell’ex Parco scientifico in zona San Sisto e dell’ex Accademia dell’immagine presso il parco del complesso di Collemaggio.
La stessa sede dell’ARTA in viale Nizza, sarebbe potuta diventare, a seconda dei giorni e degli umori, un edificio a servizio dell’università, una sede per istituzioni culturali o addirittura una piazza verde.
Tutte chiacchiere, comunque: in questi anni non un atto, un accordo di programma, un indirizzo definito, a dimostrazione della mancanza di una visione complessiva e dell’incapacità di stimolare e raggiungere una qualsiasi intesa tra le parti in gioco nell’interesse collettivo. Solo pompose riunioni in cui i lavoratori, tra l’altro, non sono mai stati coinvolti.
Non è più tempo di chiacchiere, i soldi ci sono. E il centro deve tornare a vivere con uffici e scuole al più presto.


07 Maggio 2017

Categoria : Politica
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