Cratere sismico, tornano (nel “ponte”) turisti e visitatori, ma non in Abruzzo
L’Aquila – I telegiornali nazionali strombazzano oggi la notizia del ritorno dei turisti e dei visitatori nel cratere sismico, sparando cifre vaghe e approssimative come sempre: mezzo milione. Ma i trombettieri parlano, evidentemente servendosi tutti della medesima fonte, di Umbria, Lazio e Marche. Dimenticano, o non sanno, che del cratere sismico dell’Italia Centrale fa parte anche l’Abruzzo: molti comuni dell’Aquilano e molti del Teramano, incluso il capoluogo con i suoi 4.000 senza casa e i suoi oltre 1.000 sgomberi di edifici. Aggiungendo ovviamente la crisi politica – una follia autolesionista – e quella economica.
Insomma, l’Abruzzo non esiste?
I servizi propinati da certi telegiornali sono preconfezionati, superficiali, arronzati e hanno sicuramente poco peso. Del resto, provengono da gente che per mesi ha parlato di “provincia di Norcia” oppure finanche di “provincia di Accumoli”. Gente sprovveduta e ignorante che umilia la professione giornalistica…
Ma cià che accade rappresenta un motivo di allarme e preoccupazione. La tendenza a identificare come bisognosi di interventi e sostegni possano essere solo Umbria, Lazio e Marche. Abruzzo marginalizzato e occultato, come tante altre volte è avvenuto. Occorre restare vigili e impegnarsi per un ritorno del turismo e dell’attenzione anche nella parte abruzzese del cratere. Se i turisti sono invitati a visitare fattorie e aziende pastorali dell’Umbria, perché non fare altrettanto anche per l’Abruzzo? Lo spot televisivo “Tornate a trovarci” è utile e suggestivo, ma di certo non basta. Se vi fosse un ufficio turistico abruzzese, potrebbe costruire un programma di richiamo ai visitatori, con iniziative e idee promozionali. Ma, purtroppo, non c’è e i risultati si avvertono.
Intanto urliamo: del cratere da sostenere e rivitalizzare fa parte anche l’Abruzzo.
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