Lavori alla Chiesa Parrocchiale di Paganica


Paganica – Scrive Raffaele Alloggia: “Dopo 8 ani dal terremoto del 6 aprile 2009, sono iniziati i lavori di ricostruzione della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta in Paganica. Le risorse economiche provenienti dall’otto per mille, riservate allo Stato e destinate alla conservazione dei Beni Culturali, furono annunciate dall’allora Vescovo Ausiliario Giovanni D’Ercole, in occasione dell’Epifania del 2011 nel Santuario della Madonna D’Appari. La notizia fu accolta dai fedeli con un forte e prolungato applauso.
Poi, problemi burocrati, ricorsi al Tar di alcune ditte concorrenti all’appalto per la ricostruzione e risorse mancanti per le spese di progettazione, hanno ritardato di almeno 5 anni l’inizio dei lavori.
I lavori di ricostruzione per 1.697.000 Euro, sono stati affidati alla ditta Cipriani (ATI) della provincia di Caserta e la riconsegna dei lavori è prevista entro 2 anni.

Un po’ di storia della Chiesa.

Nel 1596, il Vescovo Giuseppe De Rubeis, proveniente dalla Diocesi di Ugento (Lecce) si insediò in quella dell’Aquila. A Paganica, suo paese natio, si trovò subito di fronte ad un annoso problema:- la chiesa madre di Santa Maria in Paganica (anno 873 d.C., molto simile come struttura a quella di San Giustino) non conteneva i fedeli con grave danno spirituale, in quanto la popolazione contava 500 fuochi, circa 3.000 abitanti-.

Fu così che il Vescovo De Rubeis, in accordo con Papa Clemente VIII e con il Capitolo della Collegiata di S. Maria Paganica intus dell’Aquila, decise di lasciare la piccola ma bella chiesa di Santa Maria così com’era e costruire, con il “solo denaro della sua ricca famiglia”, la grande Chiesa di Santa Maria del Presepe e la Casa Canonica. La chiesa fu edificata sul colle, al centro del paese, dov’era la fortezza del castello distrutta il 16 giugno 1424, dalla milizia aquilana sotto la guida di Antonuccio Camponeschi, solo pochi giorni dopo la definitiva sconfitta e conseguente morte di Braccioforte da Montone, come descritto nel racconto dello storico Niccolò da Borbona.

L’esecuzione muraria della chiesa, fu affidata al capomastro Innocenzo Rotellini di Paganica; nata parrocchiale, il 4 Luglio 1605, fu inaugurata ed aperta al culto. Nel mese di marzo dello stesso anno però, era venuto a mancare Papa Clemente VIII, il quale aveva molta stima del nostro Vescovo. Gli ecclesiastici di Santa Maria Paganica “intus”, gli stessi che erano stati presenti all’inaugurazione, inviarono alla Sacra Rota un ricorso esposto in cui si diceva in sintesi che il Vescovo De Rubeis aveva abusato della propria autorità, imponendo il “Vicario Perpetuo” alla parrocchiale di Santa Maria in Paganica e di aver costruito la nuova Chiesa Parrocchiale di S. Maria del Presepe (detta del castello), senza il consenso e contro la volontà del Capitolo della Collegiata, pregiudicandone tutti i diritti.
Il Tribunale ecclesiastico, supportato dal nuovo Papa Leone XI, a fronte di tale esposto, decise di promuovere Arcivescovo Mons. De Rubeis, assegnandogli l‘arcidiocesi di Matera e per la chiesa di Santa Maria del Presepe, l’ annullamento della “erezione a nuova Parrocchia di Paganica”.
Nel 1648 l’antica chiesa di Santa Maria fu abbattuta e iniziò la costruzione dell’attuale chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, terminata nel 1665 riutilizzando tutto il materiale. Le pietre con lavorazioni pregiate come il meraviglioso “parapetto d’ambone”,venne incastonato nella facciata principale e rappresenta fini decorazioni vegetali e animali.
Nel libro mastro della parrocchia del 600, sono riportate le spese per la costruzione della chiesa, così si legge:- pagati 5 carlini per i chiodi grossi, pagati a Filippo 6 ducati per la calce dell’anno scorso, pagati a mastro Bartolomeo e fratello 20 ducati, ordinate 3 campane, pagati 20 ducati per il falegname per accomodo scalone per il campanile, ecc.-

Fino al 1872, anno in cui fu fatta eseguire la statua della Madonna D’Appari, la festa principale per i paganichesi, era la festa dell’Assunta e quindi il 15 agosto. Interessante come nel passato, fino alla metà del secolo scorso, fosse così forte l’attaccamento a questa tradizione religiosa, che iniziava con la “cerca” o questua, già dai primi giorni del mese di maggio quando si falciavano i prati.
Difatti così leggiamo nel Libro Mastro del 600, “devono dare per tanto fieno fatto per cerca nelle prata per carlini quindici, devono dare nove some de grano sconcio fattosi per la cerca per la terra e per l’ari, carlini dodici per ritratti di trecento ova , nove carlini ritratti di tre canne di panno intrato alla Madonna, carlini tre tanti ritratti di tre centinaia di agli, anno 1680 per 10 once di zefferana ritrattone 82 ducati et grana dui, comprati 3 palii et un cappello nella festa della Madonna.
La mostra delle Reliquie dei Santi Sipontini e di altri Santi che fino al terremoto del 6 aprile 2009 si teneva la sera del lunedì di Pasqua, nella balconata ferrea della facciata della chiesa parrocchiale, si teneva già dal XVI secolo, sull’altare della basilica di San Giustino nel giorno della SS: Trinità.
Nella ricorrenza della mostra delle Reliquie,dell’anno scorso è stata apportata una novità che credo possa entrare a far parte nel futuro prossimo, delle nostre tradizioni popolari: su invito delle due confraternite di Paganica, hanno partecipato ben 11 confraternite di altrettante comunità limitrofe con notevole coinvolgimento sia dei cittadini dei luoghi di provenienza sia locali-. E’ di questi giorni il ritrovamento del reliquiario del 1400 in rame dorato trafugato nel 1992, che conteneva le reliquie di San Giustino, protettore di Paganica. L’oggetto sacro ha bisogno di restauro per cui non sarà disponibile per il prossimo lunedì di Pasqua.


11 Aprile 2017

Categoria : Storia & Cultura
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