Momenti di rinascita ad otto anni dal sisma
LA VERGOGNA PIU’ COCENTE: NEPPURE UN MONUMENTO ALLE 309 VITTIME -
L’Aquila – La ricostruzione è lenta, la ricostruzione è difficile, molte norme la rallentano o addirittura la ostacolano. Frasi di politici e vip che leggiamo, anche oggi, nelle varie dichiarazioni. Meglio dunque affidarsi alla fotocamera in giro per il centro, come abbiamo fatto noi. Le parole hanno un senso, spesso un senso superfluo, le immagini parlano perché raccontano le cose come stanno La foto grande l’abbiamo scattata scattata nella corte di un edificio in via San Francesco di Paola, Una moderna struttura metallica rende più solido l’edificio ricostruito e ormai abitato di nuovo. Bella la danza delle gru dei cantieri vicini: alte, sottili, veloci e silenziose.
Le altre immagini ritraggono una scritta delle tante comparse ovunque, parole di gente che al terremoto non ha mai voluto arrendersi. Forse, dopo ott9o anni di calvario, sono una delle poche verità gridate dalla gente che non ha voluto arrendersi e che, alla fine chi sa tra quanti anni, avrà ragione in una città risorta e poco somigliante a quella che fu distrutta. Altre immagini sono anch’esse la realtà di ciò che è rimasto come nella notte del 6 aprile 2009.
Ci sarà la fiaccolata per le vittime del 6 aprile, ci saranno discorsi di dolore e di retorica. L’unico dolore che non si rimargina è quello che sempre infligge la politica, che non è stata capace di erigere neppure un monumento alle 309 vittime. Molte colpe sono comprensibili, questa no. E’ soltanto una vergogna che brucia e non sarà archiviata.
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