Terremotati infuriati, burocrazia irremovibile e dominante
Roma – I terremotati di agosto, ottobre, gennaio; quelli del cratere Italia Centrale, tra Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo. Oggi ancora una volta la loro voce si è fatta sentire, sia a Roma che sulla Salaria, bloccata presso Amatrice. Ma sentire da chi? Nei palazzi romani (Montecitorio, Senato) oggi non c’era nessuno o quasi, vuoti del tutto gli uffici della burocrazia che da otto mesi blocca tutto, nonostante i soldi ci siano.
E’ questo che fa infuriare i terremotati. I soldi ci sono, la ricostruzione non comincia, le macerie non si muovono, le casette arrivano a spizzichi e bocconi, con enorme ritardi. Agricoltura, commercio , turismo: tutto è a zero. Oppure in debole, faticosa ripresa tra pratiche complicate, domande, attese, scadenze continuamente prorogate. La grande macchina nn funziona, si inceppa, scoppietta, va a rilento. La gente chiede di essere lasciata stare, di poter fare da sola. Ma soprattutto non sopporta visite di vip, retorica, promesse, commiserazione e solenni “non vi lasceremo soli2.
Ora si chiede il contrario: dateci i soldi e lasciate fare da soli. Basta uffici, sportelli, burocrati.
Tutto questo – e anche la promessa di bloccare tutte le strade – + stato ancora una volta gridato a Roma, oggi. Ma, ripetiamo,, dietro le finestre dei palazzi nessuno ad ascoltare. Politici e burocrati, soprattutto questi ultimi, erano occupati a fare ponte , a riposarsi nel week end. Lunedì’ torneranno a produrre ritardi, lentezza, ostacoli. Insomma, a dimostrare di esserci.
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