Consumi: Cresa, cala spesa famiglie abruzzesi


L’Aquila – Secondo i dati del CRESA (Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali istituito dalle Camere di Commercio d’Abruzzo), analizzati dall’AGI, nel periodo marzo 2014 – febbraio 2015 le famiglie abruzzesi hanno speso in media 2.049,1 euro, valore leggermente inferiore a quello rilevato per l’Abruzzo dall’Istat nell’anno 2014 (2.130,30 euro) e decisamente piu’ basso di quello medio nazionale (2.488,5 euro). Rispetto alla precedente indagine CRESA (2009-2010), la spesa per consumi in regione e’ diminuita del 10,5% (Istat Abruzzo: -11,9%; Istat Italia: +1,9%).
Le spese piu’ consistenti riguardano l’abitazione (788,7 euro, pari al 38,5% della SMMF, spesa mensile media per famiglia), gli alimenti e le bevande analcoliche (430,9 euro, pari al 21,9%) nonche’ i trasporti (228,7 euro, pari all’11,2%), voci per le quali gli abruzzesi utilizzano poco piu’ del 70% del loro budget di spesa, superiore al 64,5% medio nazionale. Le scelte delle famiglie in regione, in linea con una tradizione propria dell’Italia meridionale, mostrano la preferenza a impiegare risorse per la casa e l’alimentazione e a risparmiare, da una parte, su alcune voci in qualche misura comprimibili (abbigliamento) e, dall’altra, su alcune spese superflue (vacanze). Il confronto con i dati della precedente indagine CRESA evidenzia, infatti, la contrazione drastica di tutti i consumi tranne quelli che soddisfano i bisogni fondamentali (alimentari, abitativi, sanitari e di istruzione), che sono in qualche modo incomprimibili. In controtendenza con quanto si rileva nella media nazionale, aumentano le spese per gli alimenti e per l’istruzione e diminuiscono quelle per le comunicazioni e il tempo libero. La consistenza della spesa media mensile varia, anche se in modo meno che proporzionale per via della presenza di “economie di scala”, al variare del numero dei componenti. Rispetto alle famiglie di due persone (1.832,8 euro), quelle con un solo componente spendono mediamente il 24% in meno (1.397 euro), quelle formate da 3, 4, 5 e piu’ persone il 27% (2.324 euro), il 55% (2.837 euro) e il 59% (2.916 euro) in piu’. Se si considerano le spese destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, si osserva che alcune di esse, quali i generi alimentari, quelle cioe’ sulle quali incide in maniera piu’ diretta il numero di consumatori all’interno della famiglia, aumentano, anche se in modo meno che proporzionale, all’aumentare del numero di componenti e arrivano ad avere l’incidenza massima sul totale della spesa per consumi nelle famiglie piu’ numerose.

I consumi superflui, quali quelli per il tempo libero, e quelli necessari ma modulabili sulla base dello stile di vita e del budget familiare, quale l’abbigliamento, comprimibile fino ad una certa misura, aumentano, se si escludono i nuclei piu’ numerosi, in termini di valore assoluto all’aumentare della numerosita’ della famiglia ma hanno la massima incidenza (circa il 6% per il tempo libero e il 5% per l’abbigliamento) nelle famiglie di 4 componenti (soprattutto coppie con figli). Altre spese, non strettamente connesse con la numerosita’ dei componenti e per le quali e’, pertanto, possibile realizzare economie di scala, quali l’abitazione, tendono, al crescere della numerosita’ delle famiglie, a diminuire in termini di incidenza percentuale sulla spesa complessiva e, ad esclusione delle famiglie composte da 5 e piu’ persone, ad aumentare in termini di valore assoluto. Il budget complessivo e il peso delle singole voci che lo compongono dipendono sostanzialmente, oltre che dalla numerosita’ dei componenti, anche dalla loro eta’ e dalla tipologia familiare (uni personali, coppie senza figli, coppie con figli e monoparentali). Alcune voci, quali l’istruzione, i trasporti e la sanita’, sono connesse alla fase del ciclo di vita familiare. Le prime due tendono ad essere massime in presenza di adulti in eta’ lavorativa e ragazzi in eta’ scolare, vale a dire nelle famiglie monoparentali e in quelle composte da coppie con due o piu’ figli; le spese relative alla salute arrivano a pesare il 6% circa sulla spesa media familiare delle famiglie composte da una e due persone, vale a dire nelle fasce di maggiore incidenza degli over 65, soli o in coppia. Sono proprio le coppie con figli a far osservare una SMMF piu’ elevata delle famiglie monoparentali (2.673 euro contro 1.898 euro). Le differenze in valore assoluto sono evidenti (intorno o al di sopra del 50%) nel caso dell’abbigliamento, dei mobili ed accessori per la casa, della sanita’, dei trasporti, dell’istruzione e del tempo libero. Se si considera l’incidenza percentuale delle singole voci sulla SMMF totale, assai maggiore e’ il peso nelle monoparentali degli alimenti, bevande e tabacchi nonche’ dell’abitazione, simile e’ il peso della spesa per comunicazioni. La differenza tra famiglie con a capo un cittadino straniero e quelle che lo hanno italiano e’ abissale: queste ultime spendono il 41% in meno delle prime (1.229 euro contro 2.098 euro). Il divario di spesa e’ tanto maggiore quanto piu’ e’ superfluo il genere di consumo: esso si attesta intorno al 70% per tempo libero, mobili ed accessori per la casa, tra il 50% e il 63% per sanita’, abbigliamento, istruzione e trasporti, e’ piu’ “contenuto” tra il 24% e il 36%, per abitazione, alimenti e comunicazioni. Una curiosita’: la spesa per bevande alcoliche e tabacchi delle famiglie italiane e straniere e’ pressoche’ identica (40 euro) ma la sua incidenza sul totale della SMMF e’ nel caso delle straniere piu’ assai piu’ elevata (3,2% contro 1,9%).


28 Marzo 2017

Categoria : Economia
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