Passo indietro sul decreto, lo dice Letta
Roma- ”Anch’io mi arrabbierei, se qualcuno pensasse di trasformare la Protezione civile in una societa’ privata. Ma non e’ cosi’, e chi lo dice non dice il vero”: lo ha detto ieri Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Così, come è già stato riferito, il  governo fa un passo indietro sul decreto che avrebbe dovuto trasformare la Protezione civile in una societa’ per azioni.Â
”La Protezione civile e’ e rimane un dipartimento della presidenza del Consiglio con la sua struttura, le sue funzioni e le sue regole, che sono e restano pubbliche”. ”Con il decreto si era solo pensato di dotarla di uno strumento ulteriore, aggiuntivo, che le consentisse di operare, in determinate circostanze, con maggiore flessibilita’ e efficacia”.
Quindi, stando a quanto afferma il sottosegretario,non ci sara’ la privatizzazione della Protezione civile e il governo dovrebbe ritirare il decreto che doveva essere discusso dalla Camera mercoledi’ prossimo, con la probabile richiesta del voto di fiducia.
Letta ha tenuto pero’ a precisare che ”la Protezione civile di Bertolaso potra’ tranquillamente continuare a operare con gli strumenti abituali e con lo stesso spirito e lo stesso impegno”.
Prima delle dichiarazioni di Letta si era quindi determinata una situazione di incertezza nel governo, soprattutto nella componente ex An del Pdl. ”Non si possono usare l’efficienza e la rapidita’ come pretesto per sottrarre pezzi di istituzioni al diritto pubblico”, aveva dichiarato per esempio Mario Baldassarri, presidente della Commissione finanze del Senato. Forti perplessita’ erano state manifestate anche da Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, che aveva suggerito un congelamento del provvedimento trovandosi cosi’ d’accordo con gli ex An..
Pierluigi Bersani, segretario del Pd, continua intanto a chiedere le dimissioni di Bertolaso: ”Qui c’e’ un andazzo, che riguarda il modo di gestire delle procedure in termini poco chiari, credo che di questo il capo della Protezione civile deve prendersi delle responsabilita’: se e’ una persona seria, come si dice, deve fare un passo indietro”.
La posizione del maggior partito di opposizione, all’inizio molto prudente, e’ cambiata via via che emergevano indiscrezione sull’inchiesta della magistratura.
Bertolaso, in una intervista al ”Sole24ore”, ha ribadito da parte sua la disponibilita’ alle dimissioni: ”Sono sempre sul tavolo del presidente Berlusconi. Gli ho detto: presidente, quando vuole, lei mi chiama e io faccio le valigie in un minuto, anche con un certo sollievo e una certa gratitudine”.
Ieri a L’Aquila c’e’ stata infine una manifestazione per stigmatizzare il contenuto delle intercettazioni telefoniche divulgate nell’inchiesta sull’operato della Protezione civile dove alcuni imprenditori pronunciano parole di giubilo per il terremoto che ha colpito L’Aquila alludendo a possibili affari. Alcune centinaia di cittadini si sono introdotti nella zona rossa del capoluogo abruzzese, considerata inaccessibile, fino a piazza Palazzo, l’ex cuore amministrativo della citta’. Gli organizzatori della protesta si sono definiti ”quelli che non ridevano”. (Nella foto Gianni Letta)
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