Turismo vigilato speciale: racciuffarlo per i capelli
L’Aquila – In una terra che vive – o potrebbe vivere se ne fosse capace – di turismo bianco una metà dell’anno ed estivo l’altra metà , il comparto turistico è vigilato speciale permanente. Stando alle prime notizie che si leggono, già da subito occorre acciuffare per i capelli una situazione che pare disastrosa. In provincia di Teramo, fanno sapere esperti e operatori, prenotazioni al collasso e sintomi di un crollo rispetto al magro 2016. Si parla di Pasqua e dei ponti di fine aprile-inizio maggio.
I motivi? Il terremoto, il maltempo, la pessima immagine dovuta a Rigopiano. In verità c’è un altro motivo, ed è la Pasqua lontana dallo stipendio di fine aprile come da quello di fine marzo.
Secondo alcuni albergatori, prevaler anche la mancanza di programmazione dei turisti, che si affidano al caso e scelgono tardi, il che dovrebbe far sperare in prenotazioni all’ultimo momento. Almeno per Pasqua.
Nelle aree interne regge qualche scampolo di stagione invernale, ma è sicuramente improprio parlare di turismo pasquale o dei ponti di aprile.
Ridare un’immagine turistica all’Abruzzo, dopo bandiere blu perdute, mare inquinato, disastri, mesi di terremoti, sfollati, baracche, è impresa titanica. Anche perché più che di ridare un’immagine, bisognerebbe crearne una . L’Abruzzo turistico non è mai esistito. Se non in qualche luogo e in qualche momento, grazie ai privati. Basta una storia per piangere lacrime amare: quella del Gran Sasso aquilano. O se volete, per par condicio quella del mare e del porto canale di Pescara.
Ecco come siamo ridotti.
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