Ateneo, arduo cammino verso una rètina artificiale


Il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche partner dell’Istituto Italiano di Tecnologia per la realizzazione di una retina artificiale-

L’Aquila – La vista è uno dei beni più preziosi per i mammiferi superiori e la sua perdita, per patologie della più varia natura, è una delle più gravi calamità che l’uomo possa sperimentare, ricorda una nota dell’ateneo aquilano – anche per la scarsa possibilità di trattare molte delle malattie che determinano la cecità e di ripristinare la vista, una volta che è andata perduta. In questi giorni un importante sforzo di ricerca, multidisciplinare e multicentrico, messo in atto dagli scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dal Dipartimento di Oftalmologia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Verona, dall’ Innovhub-Ssi di Milano e dal Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche dell’ Università dell’Aquila, ha portato alla pubblicazione di un importante lavoro intitolato “A fully organic retinal prosthesis restores vision in a rat model of degenerative blindness” apparso sul numero del 6 marzo della prestigiosa rivista NATURE MATERIALS.
La realizzazione di una retina artificiale in grado di sopperire alla mancanza di fotorecettori funzionanti, utilizzando materiale sensibile alla luce in grado di generare correnti e, teoricamente, percezione visiva, ma anche compatibile con i tessuti biologici è quanto descritto in questo importante lavoro, che ha anche dimostrato risultati molto lusinghieri in un modello animale di roditore affetto da cecità degenerativa. Ora la speranza è quella di replicare sull’uomo, che frequentemente va incontro a patologie congenite o acquisite dell’epitelio pigmentato e della retina con cecità, gli eccellenti risultati ottenuti nell’animale.
Il Direttore del DISCAB, prof. Edoardo Alesse, esprime grande soddisfazione per questa ricerca, firmata da ben quattro afferenti al Dipartimento.” E’ con grande piacere – afferma il prof. Alesse- che ho appreso di questo importante risultato, che vede tra i protagonisti 4 ricercatori afferenti alla sezione di Neuroscienze del Dipartimento di Scienze Cliniche applicate e Biotecnologiche. Si tratta della prof. Silvia Bisti,coordinatrice della sezione e del gruppo e dei Drs. Rita Maccarone, Stefano Di Marco e Mattia Di Paolo da sempre impegnati nello studio delle degenerazioni retiniche ed ora coinvolti in questa importante e fruttuosa collaborazione. Questo risultato era nell’aria, nel senso che non poteva non arrivare in ragione degli sforzi, della qualificazione dei ricercatori e degli investimenti messi in campo, sulla scia di precedenti ed ugualmente importanti scoperte della stessa equipe. Quello che ora aspettiamo con ansia, ma anche con tantissima speranza, è la possibilità di trasferire questa sperimentazione all’uomo, auspicando risultati altrettanto positivi che nell’animale da esperimento”.


17 Marzo 2017

Categoria : Scienze
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